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Cara mammabanana ...
Sii forte nello spirito e indulgente nella carne che pure ti ha riservato
e ti riserva dolori e sofferenze. Eppure poco più di un anno è trascorso da quando la
nostra Madre Santissima ti ha avvolto nel Suo abbraccio misericordioso concedendoti di restare
accanto a papi mio, e ti assicuro che non si tratta di un anno sabbatico.
Che l’anno e
gli anni a venire siano apportatori di serena consapevolezza dell’affetto e della benevolenza
amorosa di cui godi qui da noi, e del sostegno che Maria Misericordiosa ti offre, perché il
tuo compito terreno è ancora prezioso e necessario.
Tanti auguri stracarichi del mio
amore filiale, cara mamma, e dell’Amore sempiterno della comunità celeste.
Buon anno a tutti e altrettanti buoni anni sino a quando si esauriranno nell’eternità.
Un abbraccio fortisimo dal tuo Pintulino. Emilio
Caro papi, eccomi. Tutti invocano e aspettano letterine. Mammabanana in testa, ma io come faccio senza disporre del mio vecchio scriba fedele? Sappiamo tutti, o quasi tutti, che lui è già molto impegnato a scrivere di suo pugno letterine che si occupano del benessere del corpo e della salute delle persone. E quindi io e voi, tutti in attesa, dobbiamo un po’ pazientare, perché gli rimanga tempo libero per scrivere di mio pugno prescrizioni e ricette curative per l’anima vostra. Approfitto dunque del momento propizio per farvi trasmettere la seguente ricetta. Due punti.
Confidate in voi stessi e nella forza della preghiera, con la quale rapportarsi con
il mondo dello Spirito, e alla quale affidare tutti i vostri desideri e le vostre speranze di vita
eterna, nella pace con voi stessi e nella pace universale. Affidate alla preghiera la
schiettezza dell’amore sincero che vi lega alle anime care in Cielo, e la
certezza che amore più grande e più appagante vi sarà
assicurato, poiché l’Amore che pervade e fa palpitare la vita eterna
è figlio dell’Amore assoluto che è Dio.
Affidate alla preghiera
tutti i vostri buoni propositi di operare nel bene e nella ricerca del bene.
Confidate nella preghiera come lasciapassare della misericordia di Dio Padre e di
Maria, nostra Madre Santissima.
Fate della preghiera il ponte indistruttibile e incrollabile, saldamente sotteso tra voi e noi, tra terra e Cielo, tra il presente transeunte e il presente eterno. Noi spiriti eterni lo percorriamo incessantemente per garantirvi ogni conforto, sostegno e consiglio nella scelta tra Bene e male, alla quale vi obbliga il vostro destino terreno. E soprattutto affidate il vostro ritorno felice in Cielo alla sicurezza e alla solidità di questo eccezionale manufatto di ingegneria divina. Vi basta? Siete soddisfatti? Ricambiate il nostro impegno con altrettanta soddisfazione.
Bacioni a tutti, a mammabanana e a te, caro vecchio scriba, per averci assicurato il piacere di essere stati insieme anche su un foglio di carta bianca, riempito di parole e lettere d’Amore
Dal vostro Emilio persempre.
(Da qualche giorno ho un nuovo tablet, che comprende una stilo. Con questa specie di penna si può scrivere o disegnare sul display come fosse un foglio di carta. La curiosità di sapere cosa ne pensa Emilio è per me irresistibile).
Ciao mamma, ciao. Ciao mamma. … (Poi, con papi)
Caro papi, mi trovo un po’ in difficoltà tecnologica con questa penna che corre abbastanza veloce sul display, come se scivolasse sul sapone. Penso che converrà ritornare ai metodi tradizionali. A più tardi. Bacioni /O-O/. Il mio acronimo è /O-O/ . Capito? Basta con questi esercizi di scrittura. Emolio. Emilio
(Eccoci dunque con una vera penna in mano sul nostro amato foglio di carta).
aro papone. Torniamo all’antico. Io sono il vostro angelo in cielo, mamma è la solita e unica mammabanana, e tu sei il mio vecchio scriba fedele. Vuoi mettere quanto è più intimo, più tenero e bello seguire con emozionante curiosità il fluire sicuro della tua penna sul bianco, nitido foglio, scrivendo indelebili parole d’Amore. E poterle leggere, e rileggerle sino a imprimerle persempre nel cuore?
Poco importa se giorno dopo giorno il foglio ingiallirà, il segno diventerà sempre più evanescente. Ma l’Amore che l’ha generato, e l’Amore di chi se ne è fatto partecipe e testimone non sbiadirà, non svanirà mai, ma rinverdirà e rinvigorirà, coinvolgerà, rassicurerà sempre di più come legame indissolubile ed eterno.
Non ci siamo mai lasciati e allontanati e non sarà mai possibile che ciò avvenga. L’Amore del Padre, la tenerezza misericorde della Madre, una penna compiacente, un foglio bianco, e soprattutto il cuore aperto all’emozione e alla Fede dell’Amore, della Sua Parola e delle Sue Verità sono i lasciapassare per l’appagante eternità della Vita.
Vi voglio bene e vi coccolo come voi fate con me. Nulla ci impedirà di continuare a vivere insieme. Per sempre.
Cia/O-O\ Emilio
Cara mamma, c’E’ Qui da noi Chi ti ama. E’ lo Spirito
Assoluto che ha concepito l’Amore del Padre, l’Amore Materno di Maria
Misericordiosa, l’Amore Filiale e Salvifico di Gesù.
C‘è Qui da voi
chi ti ama, cara mamma, che prega per te invocando la protezione del Cielo e
sollecitando le umane attenzioni e competenze. Tutto questo afflato amoroso, tutte queste sinergie
combinate mirano a ridarti salute e fiducia in te stessa e serenità, consapevolezza della
solidarietà celeste e terrena, certezza nella vita che ti resta da percorrere e
nell’altra vita che non conosce percorrenza né tempi da impiegare, perché
l’impegno più importante richiesto è e sarà quello di operare in
sinergia con lo Spirito dell’Amore Assoluto e in tutte le Sue emanazioni fino alla
definitiva eliminazione, all’assoluto annichilimento del
male.
Abbi dunque fiducia, non farti prendere da sconforti giustificati e
ingiustificati o da pericolose e fiaccanti derive. Se avverti il calore del nostro amore,
non lasciarti tentare dal desiderio di goderne anticipatamente a pieno. Attendi
pazientemente il tuo turno e non sottrarti ai compiti terreni. Ne hai ancora diversi da svolgere e
da portare a termine.
Poi scoprirai beatitudini inimmaginabili, in una
vita da vivere con la vitalità dello Spirito ispiratore dell’unica vita vera e
appagante, da dedicare alla contemplazione del Bene assoluto e nella redistribuzione del Bene
assoluto, sino a quando vi sarà vita sulla terra.
Preghiamo il Signore Iddio dell’universo affinché, sino a quel giorno, non ci faccia
mancare la Sua Misericordia. E così sia.
Un bacione grandisimo, cara mamma. A te, caro vecchio scriba fedele, un grazie di cuore. L’ Emilio vostrO-O/ persempre.
Carisimi miei mamma e papà, il Signore Dio nostro vi fa grazia del Suo Amore
illimitato e universale, Gesù del Suo Amore sacrificale e
Maria vi dona l’Amore Misericorde, che abbraccia tutte le mamme e in
particolare la mia mamma.
All’Amore gratuito del cielo si unisce in un sol giubilo, miei
cari, l’amore sincero e disinteressato di quanti –e sono tanti- vi dedicano il loro
affetto, le loro attenzioni, la loro solidarietà. Fatene tesoro, miei cari, non abbiate
pudore nel riceverne e soprattutto non siate restii nel ricambiarlo. Anzi, siate generosi
così e nella stessa misura in cui lo ricambiate a noi.
Oggi è la
nostra festa, la festa a noi angeli dedicata. Noi siamo i messaggeri della
Parola che il Cielo rivolge agli uomini di buona volontà; tra questi vi sono
quanti dedicano agli altri il sentimento sacrale dell’amicizia, che, dopo
quello sempre espresso dal Padre Celeste per tutti i Suoi figli in terra, è la
manifestazione umana più gradita a Dio ed è l’evento che più
Lo rallegra, quando noi angeli Gliene portiamo le prove.
Godete dunque e fate godere di questo
portentoso dono dello Spirito dell’uomo e del cuore di Dio. Gesù è risorto anche
per questo, dopo esserSi fatto per questo agnello sacrificale.
Bacioni, viva l’Amicizia. Siate prodighi e ricettivi al tempo stesso.
Bacioni. L’ Emilio O-O/
Ciao miei cari, sono qui tra voi e con voi in angelico spirito filiale per strappare un sorriso a una mammabanana di mia conoscenza, approfittando di un momento di pausa del frenetico papi mio, nonché mio vecchio scriba fedele.
Si festeggia il mese dedicato dai fedeli alla Madonna, la madre di Gesù e la vostra e nostra Madre Santissima. Ma perché Le dedicate solo così poco del vostro fuggevole tempo terreno? Non pensate che ogni mamma, e tra le innumerevoli mamme del mondo anche Maria, rimane mamma per tutta la propria vita in terra e in Cielo? E soprattutto durante la vita dei figli propri in Cielo e in terra? Allora ogni giorno della vita terrena, ogni attimo incommensurabile di quella cosiddetta che verrà devono essere consacrati all’amore per le nostre mamme e all’Amore eterno delle mamme per noi figli.
E così sia.
Con immenso ed eterno amore di figlio, Dio vi benedica. Emilio Vostro Pintulino
Ciao bionde, ciao banane. (Si riferisce a me, sua mamma e a Geffry. Siamo nate lo stesso giorno, che è anche la festa di Sant'Emilio).
Tanti auguri dal cielo, dal suo popolo gioioso e dai suoi cagnolini fedeli e festanti. Oggi per voi è il giorno delle incredibili coincidenze. Oggi per voi è il giorno della festa della vita. Oggi per voi è il giorno del ricordo. Oggi per voi è il giorno dell’amore e della fedeltà. Oggi per voi è il giorno della tenerezza, Oggi per voi è il giorno dello stupore. Ma, insomma, vien fatto di chiedersi, che razza di giorno è oggi? E’ nientemenoche il 28 di maggio, del mese terreno dedicato a Maria Misericordiosa e dei compleanni delle mie due bionde banane, alle quali giunge il fragoroso augurio di quanti le amano, nell’attesa serena del ricongiungimento.
Con baci amorosi e carezze dolcisime, gli auguri sinceri del vostro innamorato in Cielo. Grazie papi per avermi fatto da tramite. Un bacione anche a te e buonanotte. Emilio del ventottomaggio.
Cara mamma, mentre sei tutta infervorata e partecipe per la devozione che la città (Spoleto) testimonia a Colei che ha eletto da secoli come sua Patrona, Maria Assunta in Cielo, nello stesso Cielo si celebra la festa di tutti quei figli che in Spirito vi hanno preceduto le loro mamme, rimaste in vita in terra.
E’ la festa dell’attesa, anche se per noi, non esistendo il tempo, non
esiste neppure questa sofferenza. E’ la festa del Ricongiungimento, anche se
le nostre mamme non sanno quando esso avverrà, ma noi, siccome nella nostra
dimensione spirituale siamo fuori dallo spazio temporale, già godiamo di questa
unione persempre. E’ come se i nostri cordoni ombelicali non fossero mai stati
fisicamente recisi.
Per noi la nostra Madre Misericordiosa rappresenta il Santo Modello
delle nostre madri amorose. In Ella si rispecchiano i segni e i palpiti amorosi delle
nostre mamme, e noi ne traiamo certezza e conforto. Chi meglio di Lei ha conosciuto il vissuto
doloroso della lacerante morte del Figlio, sacrificatoSi per dare a noi
tutti eterna vita?
Sono trascorsi anche per Lei tanti anni terreni, prima che potessero compiutamente riabbracciarSi. Ma gli anni scorrono veloci per Miriam la serva di Dio, e per tutte le nostre mamme che credono nel sacrificio salvifico del Figlio prediletto, nei silenzi consapevoli di Maria Misericordiosa e nella parola di Dio che è via, verità e vita eterna.
L’Assunzione di Maria, nel vivere dell’eternamente vita persempre, era già inevitabilmente avvenuta prima di qualsiasi umana certificazione, a rappresentare l’eternità della vita oltre la morte. E lo stesso varrà per tutti quei ricongiungimenti che sono di là da venire e che tuttavia sono già compiuti per sempre.
Cara mamma, care mamme, siate le benvenute e godervi in Cielo le vostre assunzioni.
Con inesauribile amore. Emilio
Caro papi, che bello! Che emozione ritrovarci su questo stesso marmo sul quale per intercessione celeste è iniziata la nostra corrispondenza, e tu sei stato ufficialmente nominato mio vecchio scriba fedele. (Si tratta del piano di marmo del comò sul quale papi, restando in piedi, per la prima volta provò ad appoggiare la penna sul foglio. Era l’11 febbraio 1996). In tale veste ti affido la presente ennesima letterina da trasmettere ai nostri affettuosissimi lettori. Cristo, nostro Dio fatto uomo, non è sceso in terra per raccontare parabole a un popolo di rozzi pastori dalla dura cervice, o per bacchettare sacerdoti, scribi e farisei -assetati più di potere che di poter diventare fedeli interpreti della Parola di Dio scolpita nella roccia e riferita dai profeti- ma per sconfiggere la morte. Per assicurarci con il Suo esempio che la morte è l’eterna porta sempre spalancata della città celeste, e quindi sull’eternità, e non già un doloroso e invalicabile ostacolo in fondo a una valle di lacrime, aldilà del quale c’è il nulla eterno.
A chi vi arriva si apre la visione dell’Amore eterno e dell’eterna grazia operosa. Vi è, come unico ostacolo all’accesso, una consistente sbarra immaginaria, che si solleva nel tripudio generale dell’incalcolabile numero dei cittadini celesti, solo per chi introduce nell’apposito apparato il biglietto attestante la sanità dell’anima che si è adoperata a eliminare tutte le scorie dei peccati accumulati lungo il cammino terreno, affidandosi alla Misericordia del Padre e alle raccomandazioni della Vergine Maria e Mamma di Gesù.
Addetto alla sbarra c’è un turno di angeli che controllano nello splendore di luminosi sorrisila veridicità del lasciapassare, ma si oppongono suadentemente a quelle anime che, rifiutando qualsiasi atto di contrizione, hanno volontariamente scelto una vita eternamente priva di Amore.
Non abbiate dunque, cari amici che mi leggete, paura di ricorrere alla Misericordia celeste, anche in caso di ravvedimento dell’ultimo istante: Sarà la morte stessa, anche se dolorosamente per lei, a pregare i custodi del Cielo di sollevare l’insignificante diaframma che impedisce di godere persempre l’ineguagliabile e imprevedibile Assolutezza dell’Amore.
Mi raccomando. Non dimenticate il biglietto attestante il meritevole diritto d’ingresso. Potrei essere di turno proprio io alla sbarra in quella occasione. Per darvi il Benvenuto.
Con tanta speranza e tanto Amore. Il vostrO-O/
Emilio
Cara mamma, quando volgi lo sguardo al cielo, alla ricerca della tua stellina, non
lo fai certo perché pensi o speri che di lassù partano le letterine che ti aspetti di
ricevere numerose, ma perché al di sopra della terra gli esseri umani amano collocare il
Regno di Dio e dei Vivi.
Si tratta di una banale convinzione -o se preferisci di una
convenzione- per sollevare lo sguardo aldilà di quella sfera d’aria oltre la quale
sconfina l’Universo creato da Dio e impregnato dal Suo Ordine e dal Suo Amore.
Non è solo nel Macrocosmo la Casa del Padre, la Gerusalemme celeste di cui anch’io sono abitante per diritto acquisito, ma soprattutto nel microcosmo del pianeta dalla volta celeste che l’Amore di Dio Padre dà il meglio di Sé, affinché la terra, sulla quale io fui di passaggio -e sulla quale tu cara mamma e tu caro papi e mio scriba siete ancora per poco- non si identifichi con il regno dei morti. Di coloro che non vi hanno ascoltato la voce del Padre che è vita e verità, e non ne hanno seguito la via indicata e illuminata.
Cielo, quello che intendono le scritture, e terra sono un Unicum che l'Amore di Dio ha costruito come Casa comune, da condividere per l’eternità con le Creature pensate e fatte a Sua immagine e somiglianza, nella gloria dell’Amore trionfante e gratuito.
La vita terrena non è destinata a percorrere vie che conducono agli ossari tombali e alle sepolture persempre, ma ad attraversare quel diaframma impalpabile che la divide dalla vita eterna, e verso il quale ci dirige la Grazia battesimale e lontano dal quale ci divide l’instancabile tentatore.
Dietro quella sottile cortina ci siamo noi tutti, Iddio in Prima Persona Una e trina, e Maria Misericordiosa e il suo stato maggiore di Arcangeli, Cherubini, Angeli, Troni e Dominazioni, pronti ad abbracciarvi ed a farvi partecipi della nostra e vostra gloria eterna.
Cara mamma, quella stellina che cerchi con gli occhi rivolti al cielo tra il chiarore
di miliardi di stelle, molte delle quali sono già passate a miglior vita -così come
suol dirsi degli esseri umani- è comunque il segno che Dio esiste non solo per te, e
veglia attento e solerte sul tuo destino e sui destini di tutti gli uomini di buona
volontà. E così sia.
Dal tuo lumicino privato che illumina di luce perpetua il tuo cuore, per rimuovervi persempre le scorie del dolore che ancora non vuole mettere alla porta.
Bacioni dal vostro Emilio-O/ occhialuto figlio fedele.
Cara mamma, se sollevi il tuo sguardo verso la cupola del cielo vi puoi scorgere una stella che pulsa d’amore per te, proprio come un cuore innamorato. Non sono io quella stella, ma è la fonte dell’energia che l’Energia creativa dell‘amore di Dio ha infuso per trasformare il caos nella bellezza armonica dell’universo. Eppure tu ti rivolgi al cielo, perché credi che il cielo, nel quale io vivo e nel quale mi raggiungerai, sta proprio lassù. Invece quella stella, luce del creato voluto da Dio, si sposta continuamente rispetto al tuo sguardo osservatore, sia quando la segue nei cieli notturni che in quelli diurni, quando viene annichilita dalla luce abbacinante del sole, seguendo un tragitto immutabile come quello che indicò all’umanità la nascita della vita. Sappi, cara mamma, che il mio cielo è intorno a te dovunque tu sei, nel tuo cuore e lì nel tuo cielo. Sono io che brillo della stessa luce dell’Amore di Dio, alla quale non può sottrarsi nessuna creatura fatta a Sua immagine e somiglianza, purché faccia uso appropriato degli occhiali della fede, che rendono meno disagevole il cammino nella valle di lacrime, dove qualsiasi stellina luminosa diventa il segno indelebile dell’esistenza di Dio. Cara mamma, cercami pure in cielo al calar della notte. Se non mi trovi dietro le nuvole mi trovi immancabilmente nella Luce dell’amore che provi per me e che la Comunione dei Santi nutre per te, nell’attesa non spasmodica della tua nuova vita. Buon Natale dunque nel segno della stella.
Dal tuo luminosissimo pintulino. Emilio pippo in cielo.
Caro papi, nonché vecchio scriba fedele. Anche tu meriti la letterina personale di Natale. Anzi, di capodanno. Finiti i festeggiamenti religiosi per la nascita del divino Bambino, ed esauriti quelli più gaudenti e spensierati di quanti fanno festa a prescindere, per buttarsi dietro le spalle le sofferenze da percorso obbligato in una valle di lacrime, già sono partite le beneauguranti esortazioni e auspici di un felice anno nuovo, esorcizzando la morte dell’anno vecchio e sollecitandone l’oblio. Pure nella mia attuale-eterna condizione di essere spirituale, fuori dal tempo e dallo spazio, nonché esentato da sentimenti negativi, ti devo confessare, caro papi, che mi irrita non poco questa abitudine di dare del vecchio a un anno che se ne va al macero, senza la verifica di bilancio di ogni essere umano circa le cose buone o cattive operate. Cioè senza aver compiuto un esame di coscienza. Solo così si consegna all’anno vecchio il giusto riconoscimento, che merita per il compito svolto, così come lo meritano tutti i precedenti anni della vita. Meglio allora dedicare tanti auguri alla vita passata comunque sulla terra, che è quella che conta perché propedeutica all’unico vero anno nuovo. Quello della Vita Eterna, dell’Eterna Felicità, dell’Amore senza tempo e senza fine, ma con il fine di ricongiungersi con Dio Padre e con tutti i propri cari in Cielo. È quanto auguro a te, caro papi, a quanti ti sono vicini e a tutta l’umanità. Nella speranza che questa si adoperi negli anni vecchi per conquistarsi il diritto alla Vita Nuova. Allora eleveremo canti di gioia all’unico anno nuovo che viene.
Augurandoti felice Anno Nuovo. Emilio
Caro papi, il sole -la fonte luminosa che scalda e vivifica ogni forma di vita terrena- già
permette alle ombre di avanzare e alle prime stelle di brillare nella cupola profonda del cielo,
quando lo sguardo ormai stanco e assonnato dei pastori, che riconducono i greggi all’ovile,
viene irresistibilmente attratto da una Luce nuova e inusitata, che li conduce alla capanna natia
dell’Uomo Nuovo della storia dell’umanità.
Molte e molte
miglia più a Oriente, da dove molti soli sono già nati, tre sacerdoti di
religione persiana, uomini dotti e saggi, sono in cammino verso Occidente,
perché le stelle hanno fatto loro presagire che lì sta per avverarsi un evento
straordinario, al quale essi non possono assolutamente mancare nella loro veste di scienziati e di
storiografi. Sta per cambiare infatti il destino del mondo. Per questo portano con sé
dono preziosi, con cui omaggiare i potenti che governano i regni che dovranno
attraversare nel loro lungo viaggio verso l’Incognito.
Finalmente vedono
anch’essi una stella mai vista prima di allora e, attraversando una
moltitudine di uomini e di donne umili e povere ma piene di fervore e di gioia, giungono
dinanzi alla Santa Famiglia. Per prostrarsi al cospetto del Bambino, alla cui
regalità dedicano i ricchi doni e la loro devozione.
È nato il Salvatore, Colui
che porta la Luce dell’amore gratuito a poveri e reietti, ai diseredati e agli afflitti, ma
apre i cuori ai saggi e ai meno bisognosi. Ma le forze del male cosa fanno difronte e questa
sconvolgente prova di forza dell’Amore di Dio? Stanno lì a guardare
impotenti? Gli uomini non si facciano illusioni. Il grande illusionista le proverà tutte,
perseguitando il divino Bambino e la Sua Santa Famiglia, nel tentativo di vanificare prematuramente
il progetto divino del Suo Sacrificio per sconfiggere il male, il peccato e la morte dello
spirito.
Gesù crescerà, diventerà uomo adulto,
subirà le tentazioni come qualsiasi uomo in carne ed ossa e non se ne farà sopraffare.
Poi si circonderà di preziosi collaboratori e allievi, scegliendoli tra i più
umili e semplici e passionari tra gli uomini, e dopo una intensa vita pubblica si
donerà anima e corpo alla redenzione dei peccati, offrendosi infine ai propri aguzzini
perché il progetto divino fosse compiuto, almeno nel primo atto del
programma. Poi verrà il momento del redde rationem, della selezione.
Ed
infine la mamma di Gesù, la donna nuova del mondo, Colei che si porta nel cuore
misericordioso tutte le vicende dolorose del giglio –ha tutto il tempo
dell’eternità per meditarle- schiaccerà per sempre sotto il Suo tallone
la testa del serpente malefico,
riscattando per sempre, novella Eva, l’umanità dal peccato originale
d’orgoglio, disobbediente.
Amen e Buona Epifania. Emilio cronista.
Carissimi, mai come in questi istanti vi sono vicino, prego per voi e vi affido alla nostra Madre Celeste. La natura, sempre maltrattata dai suoi figli ingrati ed egoisti, sta facendo loro rimpiangere errori, dimenticanze, distrazioni, disamore. E se l’essere umano ama più se stesso della natura, che provvidamente l’accoglie, da quando fu messo alla porta del paradisiaco regno dell’amore soprannaturale, allora vuol dire che merita non già il frutto benedetto della Vita, ma piuttosto il frutto della propria scelleratezza. Tutto ciò che la natura subisce si traduce sempre in una rottura del sempre più fragile equilibrio tra il bene e il male, ed è ciò che ora il mondo intero ha inconsciamente o artatamente prodotto e che è chiamato urgentemente a ripristinarle. Affinché il male non prenda il sopravvento.
Non crediate che gli attuali eventi che vi affliggono siano il segno di una punizione divina. Dio, il fantasioso creatore, l’oculato architetto dell’universo, ma soprattutto l’inesauribile fonte del Bene e dell’Amore, aveva progettato per le Sue creature ben altri luoghi d’accoglienza da condividere, e ben altra disponibilità ad accogliere il divieto di confrontarsi in prima persona con il nemico giurato del Bene. Oggi esse pagano presunzione e cecità. La stessa presunzione orgogliosa che fece cadere l'uomo in disgrazia agli occhi di Dio, che il aveva eletti figli ed eredi privilegiati. Ma nonostante tutto il Signore nostro continua ad amare perdutamente i figli Suoi: non conosce risentimento o vendetta, odio o invidia, mali che tormentano l’uomo e per Lui rappresentano i frutti di quel male assoluto, che Egli combattè dal tempo della Creazione, perché minano e ammalano l’anima e portano morte ed eterna disperazione. Iddio ama l’uomo anche quando mina le forze della natura, perché sa che la natura conosce le proprie forze e le debolezze del suo inquilino, ed è sempre in grado di ripristinare i primitivi equilibri. Sino a quando Iddio vorrà, perché si compia il progetto di premiare l’umanità definitivamente ravveduta e pentita con il dono di vita eterna, al di fuori del tempo e dello spazio.
Siate dunque orgogliosi dell’Amore premuroso di Dio, che vi affidò alla natura perché possiate riconoscervi la prodigalità del Suo Paterno Amore. Rispettandola rispettate Dio e sarete ricompensati nella vita in terra e nella vita in Cielo. Auguri.
Siate prudenti e responsabili. Bacioni. Emilio cronista.
Caro papi, tempi duri per gli scribi. Però tu sei e rimani sempre il mio scriba preferito e
perciò ti affido questa letterina.
Il mondo è in preda alla paura e
all’angoscia dell’ennesima e millenaria lotta tra il bene e il
male, ora incarnati e interpretati tra la salute materiale e la malattia
corporale.
Dio creò l’uomo sano e robusto di spirito
e gli fece dono di un fisico altrettanto ammirabile nella forma e nella sostanza, perché
splendente della stessa essenza spirituale. Lo accasò in un paradiso di
bellezza, di luce, di pace, di serena convivenza con il mondo animale e vegetale,
destinato a proteggerlo e sostenerlo in tutte le sue funzioni vitali, e per proteggerlo e
rallegrarlo con il tepore del clima e la mitezza dei colori morbidi e riposanti. Ma
soprattutto ridondante dell’Amore fiducioso di un Padre.
Accadde però che lo spirito della perfidia, della divisione, della tentazione, del protagonismo ingrato e infedele precipitò il primogenito nel baratro freddo, oscuro, orrido e inospitale della scelta peccaminosa, esponendolo all’aggressione di altri mondi e altre creature ostili, e comunque animate da sentimenti prevaricanti, distruttivi, mortali. E tra questi il più aggressivo e violento, il cosiddetto homo sapiens, il quale, nella sua presuntuosa sapienza e con la sua bulimica cupidigia, ha inesauribilmente e ciecamente operato nella direzione della sistematica demolizione dell’ordinata armonia delle cose.
E’ dunque lo scriteriato comportamento dell’esule figlio di Eva a innescare gli sconvolgimenti devastanti dei mirabili equilibri del mondo. Non già l’intervento risentito -per non dire vendicativo- di un Dio deluso e disamorato. Così come vorrebbe far credere il maligno diabolico dissacratore.
Il Signore, il Creatore dell’intero universo visibile e invisibile, la fonte inesauribile dell’Amore eterno e inattaccabile, Colui che non conosce vendetta -al contrario di quanti abili manipolatori vadano raccontando dalla notte dei tempi- non propone o promette lacrime, disperazione, disgrazie, catastrofi, carestie, pandemie, terremoti, guerre fratricide e funeste ai figli fedifraghi e infedeli; ma dal primo attimo creativo li fa eredi della vita eterna, da condividere con Lui in Beatitudine e in Armonia con le Anime celesti, che si nutrono e godono della santità del Suo Spirito.
A testimonianza della Sua incommensurabile generosità il Signore Si è fatto Uomo: con la U maiuscola. Si è fatto perseguitare sin dalla nascita da quanti lo temevano come usurpatore del potere materiale e della sovranità teocratica, che lo condannò a morte in croce, dall’alto della quale proferì parole di divino perdono della violenza e della morte. E Si è trasfigurato nella Luce della Gloria eterna, dopo aver affidato ai Suoi discepoli il compito di coltivare e diffondere il seme e i frutti della Fede, e alla Sua Madre piena di Grazia quello di ispirare l’umanità alla preghiera e di portare il conforto della Sua misericordiosa raccomandazione per trionfali, gioiosi ingressi nella Gerusalemme celeste, capitale dell’eterna gioia.
Non perdete mai la Speranza, specie in occasione degli eventi più drammatici
e angoscianti, cara mamma, caro papi, carissimi tutti.
La preghiera, le preghiere
collettive stimolano con il loro fervore la commozione di tutti i misericordiosi abitanti del
Cielo nel vigilare su chiunque in terra, e soprattutto su coloro che nella Fede trovano
l’ispirazione e la certezza di sperare nella migliore vita, che il Cielo non vede l’ora
di offrire in eterno.
Grazie, caro vecchio scriba fedele, per avermi offerto l’opportunità di buttar
giù in due righe questa breve testimonianza del vostro inviato speciale in Cielo.
Vi amo
tantisimo, perciò vi scrivo. E lo farò sino a quando lo vorrà il Signore.
Bacioni. Emilio
Caro papi, quando Iddio Onnipotente, al culmine della Sua fantasia creativa, plasmò l’argilla per modellare l’Uomo in carne e ossa e dalla sua materia ne derivò la Donna e, in entrambi riversando il Suo vivificante Spirito d’amore, ne fece Figli a Sua immagine e somiglianza, solo allora si compì il Suo poderoso progetto di separare il Bene dal male, l’Ordine divino dal caos maligno.
Chiamate a Sé le due preziose Creature, disse loro: “Ragazzi miei,
separando il Bene dal male, Io vi faccio progenitori e custodi di questo paradiso terrestre,
destinato alla vostra stirpe e a condividere con Me gioia eterna, ma mentre voi eserciterete la
vostra saggia e protettiva conduzione delle cose del mondo, Io personalmente
contrasterò e vi proteggerò dalle forze del male, perché sono l’unico
in grado di dominarle”.
I figli adottivi di Dio si dissero grati e
fortunati di un amore paterno così grande e generoso e si apprestarono a “metter su
famiglia”. Tutti sanno però come andarono a finire le cose. Sapete
come si dice: la curiosità è femmina, i maschi sono meno smaliziati, eccetera,
eccetera: i due la fecero davvero grossa!
Allora Dio li chiamò a Sé e, dopo aver dato loro una bella tirata d’orecchie, sentenziò: “Visto che non siete stati ad ascoltarMi, paternamente vi obbligo a confrontarvi con il Bene e il male in un ambiente meno salutare di questo che vi avevo riservato. Starà a voi fare le scelte giuste o sbagliate, preservare i beni che vi ho donato a fin di bene, prediligere l’Amore al nonamore, vivere in pace o in guerra, avere rispetto della vita o della morte, dell’ordine o del caos, eccetera, eccetera. Al termine del percorso che prevede la morte materiale come traguardo, Io, in Persona di Spirito eterno, vi chiederò il bilancio delle vostre buone azioni e delle vostre mascalzonate e, pur lodandovi per le prime, pretenderò pietà e misericordia per le seconde. Se no, tutti giù all’inferno!
E non cercate di buggerarmi come la prima volta, perché Io sono
Onnisciente e ho imparato a conoscervi. E anche se il peccato non lo sopporto,
il vostro sincero pentimento stimola i Miei sinceri sentimenti di Padre buono e
misericordioso e Mi potrebbe sollecitare a farvi aprire le porte del Cielo;
attenzione però: solo se il pentimento è sincero e lo reputo e sento come tale,
ragazzacci Miei!
Già faccio tanta fatica a governare il Caos e soffro nel
sentirMi accusato di disinteresse delle cose terrene. Potrei tuonare: un tempo ve le ho
affidate, sbrigatevela da soli; ma non è vero, vi amo, e Mi addolora la vostra
frenesia di grandezza, vi proteggo e faccio di tutto per evitarvi guai peggiori,
causati dal vostro disinteresse per i beni della terra, vi mando attraverso la voce della natura
messaggi che lamentano lo stato di precarietà in cui versa per voi. Vi affidai questo
paradiso, che per vostra incuria sta lentamente e inesorabilmente morendo. Vedete di
non farMi perdere la pazienza, altrimenti mando tutto all’aria. E così
sia”.
Cari, miei cari, avete sentito come e quanto il Signore vi
ama, sostiene la vostra salvezza e tifa di condividere con voi la vita eterna? DateGli
dunque questa soddisfazione: ne sarete ampiamente ripagati. Se ancora non avete il dono
della Sapienza, coltivate almeno quello della saggezza, del buon senso e soprattutto quello
della perseveranza nell’amore.
Abbracci celesti: quassù non sono vietati, lo Spirito non teme contaminazioni. Vi voglio bene, anzi, tutto il Bene dell’universo. Ciao a tutti dal vostro Emilio
Buona notte mammabanana cara, dal tuo angioletto O-O/
Caro papi,
“gli angioletti del Signor ti cullino mio amor” cantava la mia
mamma, non ancora diventata mammabanana, per farmi prendere sonno dolcemente. Quelle frequentazioni
canore mi hanno accompagnato per tutti i giorni della mia vita, caro papi, sino a quando io stesso
sono stato arruolato da Maria Misericordiosa nel Suo sterminato esercito, che un giorno
caccerà per sempre il maligno. E il cielo e la terra torneranno ad essere quel Paradiso nel
quale il Creatore aveva stabilito per tutte le Sue creature la fissa dimora insieme alla Sua
Persona, per tutti i secoli dei secoli.
Certo, il mio grado è quello degli angioletti del Signore. Il nostro
compito non è paragonabile a quello affidato agli angeli di grado superiore. Non
che nel mondo dello spirito esistano gerarchie particolari. La differenza sta esclusivamente
nell’importanza e nella delicatezza dei compiti assegnati. Per esempio, a uno di noi non
verrebbe mai dato di fare o portare certe Annunciazioni e di riportare la risposta al mittente, o
meglio al Committente; oppure di uccidere il drago simbolo della forza grandiosa del male.
Noi
della truppa svolgiamo funzioni meno stressanti, ma certamente più allegre e divertenti, come
quella di angeli custodi dei piccoli, guardiani della purezza delle loro anime
mondate dalla grazia del battesimo, e portalettere di tutte le suppliche che le
mamme rivolgono al Signore, affinché li protegga da ogni male.
Oppure per richiamare
l’attenzione dei pastori verso la divina grotta, e di guidarvi tre saggi alla ricerca della
Luce, della Sapienza, quando ogni anno in terra si celebra la Nascita del Figlio di Dio, cioè
della vita eterna.
Vi sono alcuni di noi che sono dedicati alle cosiddette pubbliche
relazioni, molto spesso esplicitate in forma epistolare, oppure in apparizioni
pubbliche o private; altri -come ho già avuto modo di raccontarvi- di fare da trait
d’union tra Cielo e terra di scambievoli preci, invocazioni, promesse, benedizioni
ecc. ecc. ecc.
E altri ancora sono addetti agli ascensori, che viaggiano
veloci per riportare anime meritevoli nel mondo dello spirito.
Insomma -ho già cercato di raccontarvelo- c’è un gran da fare che noi svolgiamo con tanto amore e con tanta soddisfazione, specialmente quando ne siamo ricambiati in gratitudine, in fede, in speranza e dalla gioia di sottrarre alle grinfie del maligno il maggior numero possibile di anime ravvedute. Questo, miei cari, è il mondo che mi è stato assegnato per l’eternità, ed è di qui che vi verrò incontro il giorno felice nel quale mi verrà affidato il compito di riportarvi in cielo. Continuate dunque a fare i bravi ragazzi e non mi mettete in imbarazzo in nessun modo.
Vi amo con tutto l’Amore possibile.
Il vostro angioletto del Signore
CiaO-O/
Cara mammabanana, per ogni donna in vocazione di maternità, l’annuncio e la consapevolezza della gravidanza deve suscitare sentimenti altrettanto profondi di quelli che provò la Vergine Maria inginocchiata davanti all’Angelo nunziante.
Che si tratti del risultato di una naturale missione, teleologicamente rivolta alla conservazione della specie e alla formazione della famiglia o, come per Maria, l’accettazione consapevole del Progetto di Dio, siamo comunque difronte al compimento sublime di un atto d’amore, ispirato non già dallo stato naturale delle cose, ma piuttosto dal Signore della Vita.
Ecco perché qualsiasi madre sa, avendolo appreso dai racconti materni, e per quanto sia impreparata tuttavia è felice di affrontare i fisiologici disagi della gravidanza, le giustificate paure del doloroso parto, le trepidazioni dell’interminabile attesa del primo vagito doloroso della sua creatura, e poi conoscerà la gioia e il dolore dell’allattamento, che la terrà un tutt’uno con il proprio figlio per tanti altri mesi, come un nuovo cordone ombelicale, carne della propria carne, vita della propria vita. Eppoi, eppoi, eppoi …
Anche Maria allatterà, accudirà, crescerà il Figlio Suo e di Dio, con l’amore, l’esempio, la dedizione, la devozione e le ansie di una madre come tante altre, e per questo si guadagnerà il Regno dei cieli, quello stesso Regno che le madri come Lei sono destinate a raggiungere per la nobiltà del proprio compito di madri, svolto nella gioia e nel dolore.
La Chiesa dedica il mese di maggio al culto della Madre del Signore. Noi in
cielo festeggiamo ogni attimo della nostra eternità la festa della mamma.
Dovreste fare così anche voi in terra, dedicando ogni giorno del vostro
tempo alla festa delle mamme e della loro maternità.
Io lo faccio da sempre, mamma mia
adorata.
Il
tuo Pintulino.
Caro papi, eccomi qui, là, ovunque. Ovunque c’è spirito -qui,
là, ovunque- ci sono io.
Lo Spirito occupa il tutto, si espande nell’ovunque
visibile e invisibile. Lo Spirito è incomprensibile e inconcepibile:
è incommensurabile. Eppure pervade quella inimmaginabile dimensione che solo Iddio
conosce, essendone Egli stesso artefice e ispiratore.
Ti sono accanto e ti avvolgo in un abbraccio totale, ti ispiro, guido la penna che scorre leggera e ignara o indifferente alle leggi fisiche della sua materia, guidata dall’impalpabilità dell’antimateria. So quello che provi spiritualmente in questo dialogo proveniente dall’eternità, di cui tu apprezzi soltanto la infinitesima frazione di un tuo istante, quel tempo che la mia mammabanana festeggia in occasione del mio compleanno.
Cara mamma mia adorata, interprete terrena di quel divino Progetto di vita terrena che si chiama dovunque santa maternità. Quando ci ricongiungeremo nell’eternità del persempre, scoprirai che in cielo festeggiamo il completerno, che coincide con il giorno, il mese e l’anno in cui i nostri spiriti si sono affrancati dall’involucro terreno, per riguadagnate la massima dignità di figli prediletti.
Comunque gioisco di cuore per le feste che mi dedicate da quando mi desti la vita, quella vita che per te, per papi e per tutti coloro che confidano nel Padre Celeste, e nel Suo eterno e indissolubile Amore, è l’inevitabile promessa per il premio della Gloria eterna e dell’eterna giovinezza, da festeggiare senza scadenze annuali.
Bacini e Bacioni senza limiti e senza fine. Per ricominciare persempre. EmilioO-O/
Caro vecchio scriba fedele, cara mamma e cari confratelli, vorrei parlarvi del significato del verbo assumere da cui deriva Assunzione.
Assumere significa innalzare, portare in alto e ciò ben si addice alla nostra Madre Misericordiosa, ma ancor più vuol dire prendere al proprio servizio; e chi, se non Maria, è stata da sempre al servizio dell’Onnipotente?
Nata senza peccato, perché così La concepì il Signore Dio
nostro, di Lui dichiaratasi serva dinanzi all’Angelo nunziante, vissuta nelle ansie, nelle
paure, negli stupori materni di una donna elevata al compito sovrumano di madre del Figlio
dell’uomo. Silenziosa custode della di Lui giovinezza. Discreta
presenza nelle Sue predicazioni, complice dei Suoi tormenti di Uomo Dio, custode
del Suoi affetti più profondi, silenziosa testimone del Suo doloroso cammino
verso la Croce, annichilita presenza al martirio e morte del Figlio prezioso,
donna pietosissima tra le pie donne funeree.
E poi, e poi, e poi, come se non
bastasse questo mirabile curriculum di Mater Dolorosa e di rigorosa obbediente alla volontà
di Dio, candidata a raccogliere le memorie del Figlio Suo, perché fossero raccontate
e tramandate come Verbo, come Parola di Dio, come linfa vitale e rivitalizzante di
fede.
Un altro compito importante Le è stato confidato dal Suo, per così dire, esigente Datore di Lavoro. Quello di riscattare l’umanità dal peccato originale -compiuto tanto, tanto tempo prima di Lei da Eva, una donna sulla quale Iddio aveva fatto grande affidamento- a Maria è affidata anche la missione di proteggere, salvare e rifondare la ecclesia del Figlio Suo sempre più pellegrina sulla terra.
Alla testa dell’Esercito degli Angeli e dei Santi, Maria ha il compito di cancellare per sempre il maligno dalla vita del mondo. Una sola iniziativa, una volta assunta in cielo, rivendica come personale la nostra Madre Dolcissima. Quella di svolgere, diciamo così, il compito istituzionale di Madre Misericordiosa tra Cielo e terra, nella veste non più di serva di Dio Misericordioso, ma di Madre autorevole di Gesù, Figlio Suo Misericordioso. E così sia.
Viva Maria Assunta in Cielo già nell’atto del Suo concepimento.
Cara mamma, tu puoi comprendere, avendomi dato la vita, le gioie e i dolori di tutte le Marie della terra; vi consoli la certezza di fede che vi promette di ritrovare le vostre creature in una vita di gioia, beatitudine e di amore insopprimibile.
Ciao a tutti dal vostro Emilio
Caro vecchio scriba e amico fedele. Ti ricordi quando un giorno della mia vita terrena, ormai adulto, ti dissi: caro papi tu sei il mio migliore amico. Ebbene, quella dichiarazione di amicizia così improvvisa e inaspettata, eppure spontanea e sincera, di chi come me era circondato da innumerevoli amici e amiche, era il frutto di un sentimento inconscio ma profondo, che in questa mia nuova dimensione di vita, nella quale si acquisisce una saggezza molto vicina alla sapienza, suona come Verità Assoluta ed è figlia della stessa verità.
Io che nel mio piccolo sacrificai la mia vita in nome del sentimento dell’amicizia, solo al cospetto di Dio e della Sua corte celeste e del Corpo glorioso di Gesù fui folgorato dalla verità più grande dell’amicizia vera. Che essa è Amore come lo è quello di Dio padre nelle vesti del Padre e in quello del Figlio Suo prediletto, nel Quale ha voluto incarnare e profondere tutta l’amorosa Amicizia per gli innumerevoli figli Suoi in terra. Figli della Sua vera umanità.
Dio infatti è il migliore amico di quell’uomo creato amorevolmente a Sua immagine e somiglianza, e pertanto figlio Suo e fratello di Cristo Gesù. Gesù è il protagonista dello storico sacrificio della Croce, nel progetto divino dell'atto più nobile della Sua amorevole e misericordevole Amicizia. Quello di liberare l’amico uomo dalla condanna alla morte inappellabile, sancita dal peccato di disamore e inimicizia verso Dio.
Cara mammabanana. Quando leggerai queste righe non sentirti trascurata. Tu che mi hai dato la vita non sei meno meritevole di papi mio, e il bene, l’amore filiale che ti porto non sarebbe così vivo, così sincero, così profondo, così intimo se non lo avessi conosciuto, se non lo avessi condiviso già nel tuo amorevole grembo di madre. E ogni madre rimane madre per sempre, per tutta la vita. Anche dopo la morte e particolarmente nella vita per sempre. Così come è stato per Gesù con la mamma Maria Misericordiosa. Sii dunque misericorde anche tu con me e condividi con me la dichiarata mia amicizia per papi mio. Vi amo entrambi come papi mio e come mamma con banana. Il Signore, il Figlio Suo e Maria Misericordiosa vi sono vicini e vi proteggono. E così sia.
Dal vostro Emilio persempre.
Miei carissimi Mamma e Papà, eccomi a voi più vivo che mai a portarvi una testimonianza di luce e di serenità del Cielo, in questi tempi di buio e di angoscia che gravano sull’umanità.
I Santi del paradiso -quelli che gli uomini sperano siano veramente da qualche parte a proteggerli, e vi posso assicurare che ci sono realmente, così come lo furono nella loro vita terrena- in compagnia degli Angeli Custodi, ai quali ogni uomo è affidato sin dalla nascita, avvertono la tragedia che incombe sul destino di un’umanità impazzita, perché sta progressivamente perdendo il gusto dell’Amore, di quell’Amore che il Padre Celeste incessantemente e generosamente profonde a piene mani, e che emblematicamente si è incarnato in Cristo, Agnello sacrificale.
L’Amore di Dio è la via tracciata per condurre le creature che Egli ama come Se Stesso. È la stessa via percorsa in terra da tutti quei Santi che ognuno di voi ha in paradiso, è la via che, una volta valicata l’incognita della morte, svelata una volta persempre con il Sacrificio della Croce, conduce alla vita eterna, alla Casa del Padre tra le sue braccia amorose.
Sono questi dunque i tempi propizi nei quali l’umanità deve riscoprire la propria dignità divina, e questo è possibile solo se l’uomo di buona volontà rinnova con tutto il cuore e con tutta l’anima la gioia di dare e ricevere amore, secondo l’esempio di Gesù e dei Suoi insegnamenti.
Dio Padre ha parlato per bocca del Figlio prediletto perché le Sue creature non si sentissero abbandonate, e oggi per bocca di tutti i Santi che si festeggiano in Cielo e in terra. Egli invoca Amore reciproco tra gli uomini e per tutto ciò che ha creato, a testimoniare il Suo generoso attaccamento ad essi. Amate dunque incondizionatamente, non abbiate paura, non abbiate vergogna di amare. Specialmente se confidate nella vita che ha sempre promesso Vita Eterna.
Amate la vita con tutto quello che offre, anche nel dolore e nelle
avversità, ma soprattutto nella bellezza delle cose e del prossimo vostro, di
cui disponete per volontà sempre generosa del Signore, e in particolare della vostra, che
molto spesso non coincide con la Sua. E così sia.
Bacioni. Abbiate
fede, miei cari. Mai come di questi tempi ve ne è bisogno.
Emilio vostro per sempre.
Miei cari mamma e papà e quanti vi chiedono mie notizie, eccomi a tutti
voi.
Gesù ci dice: Io sono la Via. Infatti Egli è l’Uomo
divino o, se preferite, Iddio fattoSi uomo che sacrificandoSi sulla croce segna il percorso oltre
l’incognita o, meglio, l’ignoranza di cosa c’è oltre le erculee colonne
della morte, dove si spalanca lo sconfinato oceano della Vita Eterna e Consapevole.
Questo non vuole dire che l’esempio consegnato da Gesù alla Storia condanni
l’Uomo a percorrere un cammino di tribolazioni e di crocefissioni.
Il Padre del Figlio aveva creato per la Sua creatura preferita un destino diverso
da quello che questa si è scelta, in seguito alla disobbedienza alla sua Sapiente
volontà. Infatti il Padre di tutta l’umanità, Colui che non
conosce rancore, odio o vendetta, aveva raccomandato all’uomo di non impicciarsi del
male, perché a quello aveva già pensato Lui in Prima Persona.
Ma
tutti voi che avete fede nella Divina bontà conservate il convincimento che la
condanna a una vita di tribolazioni terrene non è stata comminata al
peccatore originale per volontà di Dio, ma dal peccato di
presunzione di quell’uomo che volutamente non ha seguito la paterna ammonizione.
Come un padre misericordioso il Signore ha offerto al figlio colpevole la possibilità terrena di riscatto, attraverso la costante scelta, il continuo confronto tra le sollecitazioni del Bene a bene operare, e del male ad agire.
Testimone dell’Amore, che Iddio ha riservato all’uomo della trasgressione, è la bellezza della Natura che lo ha accolto fuori dal paradiso -chiamiamolo paradiso terrestre- destinato a garantirgli una vita dignitosa, e a tranquillizzarlo dalla paura di un disamore o di un abbandono assoluto.
Ma l’uomo, come testimonia la sua storia personale, non ha saputo godere di questa paterna generosità. E, fuorviandosi dal percorso della retta via, ha esposto la natura e i suoi doni a ogni sorta di volontarie e meno volontarie violenze che, alterando i mirabili equilibri naturali di sopravvivenza conferiti dal Creatore, hanno condotto a sciagure catastrofiche. E queste, per dipiù, vengono intese dal colpevole come eventi punitivi piovuti dal cielo.
Il cielo invece fece scendere in terra il Suo Figlio divino per riattivare la giusta Via, il percorso privilegiato, la strada più diritta comoda e breve per unire gli uomini di buona volontà al traguardo vittorioso dell’Eterna Bontà e dell’Eterna Gioia. La Via segnata dal Sangue divino di Cristo è l’unica strada da percorrere, ignorando i numerosi bivi e le molteplici devianze segnalati come percorsi più comodi e brevi, che il male offre al viandante con l’intento di condurlo nel baratro della morte assoluta, quella che nessun’altro Gesù verrà a sconfiggere per quanto sia immenso l’Amore di Dio.
Il dono della Fede, che l’Eterno Padre non nega a nessuno e che Satana cerca di sottrarre a tutti, illumini la retta via lungo il vostro intero percorso. E soprattutto smentisca le fallaci segnalazioni di fuorvianti deviazioni alternative. E così sia.Buon Natale da vostro figlio e consigliere persempre. E soprattutto buon viaggio verso l’Eternità. Emilio
Carissimi e amatissimi mamma e papà, come recita il Cielo oggi il Verbo, cioè l'Amore di Dio si è fatto Uomo ed è venuto ad abitare in carne tra di noi. E dico di noi perché anche noi di quassù possiamo godere la visione inebriante del Suo corpo glorioso. Si è fatto carne perché il Signore Dio nostro non sa rinunciare ad amare le Sue già amatissime creature, alle quali aveva riservato un destino diverso, da quello al quale dovettero sottostare per la trasgressione dei progenitori. Il destino di confrontarsi con la morte, al termine di una vita percorsa nella libertà affannosa di scegliere il bene o il male, e dunque di condizionare il proprio destino.
Infatti, in seguito al peccato di superbia nel quale Adamo ed Eva incapparono per
presunzione e disubbidienza all’unica condizione loro imposta dal loro generoso Creatore,
l’umana gente perse il diritto di convivenza con il Padre, seppure in maniera non
definitiva e irreparabile.
Allora il Padre amorevole e pietoso le concesse
la grazia o, meglio, il dono della Grazia di cancellare alla nascita il peccato
originale, rafforzando così il dono precedentemente elargito del libero
arbitrio, di scegliere automaticamente tra il bene e il male, dal momento della cacciata dal
paradiso terrestre. Come a voler dire: ti avevo destinato a una vita di amore gioioso ed
energetico da condividere con me, e tu ti sei lasciato sviare dalla tentazione di eguagliarMi in
Sapienza.
Ebbene, ora sei libero di sbrigartela da solo durante il tempo di una vita
terrena che ti metterà difronte a gioie e dolori, bontà e turpitudini,
solidarietà e amicizia, amore e odio, docilità e violenza, ingegno e ignoranza, pace e
guerra, produttività e distruzione. Per farla breve, dovrai confrontarti con tutti
quegli opposti di cui è disseminato il tuo percorso di vita: intorno a te, ma soprattutto
dentro di te. E ti sarà chiesto di dare un punteggio alle scelte operate e
condizionanti il tuo destino di cittadino della gioia eterna, o dannato per sempre alla privazione
dell’Amore di Dio.
Il Quale comunque continua a tendere le Sue poderose e accoglienti
braccia a tutti coloro che, anche all’ultimo personale redde rationem con convinzione
sincera di essere perdonati dei loro peccati. Così Dio, nella Sua inesauribile
Misericordia Si fa carne e torna ad abitare nei loro cuori pentiti, per condurli con Sé
in Paradiso.
Questo è il significato divino della nascita di Gesù, di quel Natale che io ho vissuto con voi nella serenità e nella gioia contenuta nell’annuale festa in famiglia. Gioia contenuta, perché nel corso della Sua breve esperienza umana Gesù avrebbe conosciuto la persecuzione, il tradimento e il patibolo. E la solitudine di quella morte che era venuto a sconfiggere con la testimonianza di Lazzaro e con la propria Resurrezione e Ascesa in Cielo. E con la condivisione con noi dell’ultima Cena, che noi rinnoviamo nel Sacramento dell’Eucaristia, nel quale Egli Si fa carne e sangue trinitario della nostra carne, e noi ci facciamo Padre, Figlio e Spirito Santo in Lui.
Buon Natale, dunque, in ogni vostra ricorrenza, e ogni qualvolta vi accostate all’Ostia consacrata. Fatelo con lo stupore trepidante con il quale, per primi, i pastori si accostarono al Sacro Bambino e alla Sua Santa Famiglia. E successivamente, con incredula umiltà rispettosa i re Magi, detentori delle scienze d’allora.
E che il Signore Dio nostro vi protegga ora e sempre.
Con eterno amore vostro
Emilio
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