I MESSAGGI MARIANI DI EMILIO

Intervento della mamma di Emilio al XVII convegno del "Movimento della speranza" (Cattolica, settembre 2003)

Con sincero affetto saluto e ringrazio tutti i presenti - proprio "tutti" - di essere qui. L'argomento del mio intervento è così importante che veramente dovrei cominciare chiedendo scusa se non ne sarò all'altezza, tuttavia penso che tutto quello che ci si aspetta da me è la testimonianza di un'esperienza di vita, e spero di trovare con voi uno di quei momenti di intimità che si vivono in famiglia o con gli amici più cari.
Questo nostro incontro è stato intitolato "I messaggi mariani di Emilio" io credo in riferimento ai messaggi della Madonna che troviamo nelle sue lettere, ma anche alle lettere in cui Emilio ci parla di Lei. Rileggendole vi proporrò qualche mia riflessione e vi confiderò i miei sentimenti religiosi e materni, così come sto imparando a viverli giorno per giorno, in una gioiosa e concreta realtà. A questi sentimenti ha ridato vita e gioia Maria Misericordiosa, Madre di Gesù e di tutta l'umanità in cielo e in terra. La mia gratitudine è sicuramente più grande di quanto potrei riuscire a dire con parole mie, infatti parlerò con le parole di Emilio.

Immagino che sappiate un po' della nostra storia. Emilio è il nostro unico figlio che vive in cielo ormai da otto anni. Dalla disperazione per la sua morte alla serenità per la gioiosa certezza della sua vita ci ha portato lui stesso, facendosi vivo in ogni modo, finché abbiamo ripreso a vivere insieme. Due libri raccontano e documentano la stupefacente realtà di questa nostra esperienza, sono Diario di un angelo e Cielo che poesia - Secondo diario di un angelo, entrambi sono firmati da Emilio, come è giusto, perché lui stesso li ha scritti dal cielo. La nostra mano, la mia da principio, poi anche e soprattutto quella del papà sostengono una penna, ma chi scrive è Emilio. Quanto ha dovuto faticare per vincere i nostri dubbi, e soprattutto la resistenza a crederlo vivo vicino a noi!

In quei primi tempi scriveva:

Tenera mamma, lasciati ancora qualche mio riso nella tua ridondante ferita, liberati da ogni lamento che turba la tua esistenza, carezza la gioia di una vita serena nell'attesa del commiato. Non piangere di dolore ma di gioia nella certezza della mia felicità eterna. Nulla è fatto a caso ma per volontà nell'alto dei cieli, là dove io vivo……Ti lascio contento se tu mi prometti di essere fedele alla mia preghiera. (28.02.1996)

Avrei voluto farlo contento ma mi disperavo ancora di più, perché mi sembrava impossibile che mio figlio mi parlasse di gioia, a me che sono sua madre, lui in cielo e io rimasta su questa terra. Ma Emilio continuava a parlarmi di serenità, a chiedermi quella gioia che una madre dona ai figli se li ama veramente. Ed io, per amor suo, lentamente cominciavo a cercare la serenità che mi chiedeva, perché sentivo che non potevo e non dovevo sottrarmi a questa prova d'amore. E chiedevo aiuto alla Madonna, soprattutto le chiedevo di insegnarmi ad amare come sa amare Lei. Avevo nella mente l'immagine della Madonna addolorata, nel cuore la Madre di Gesù bambino. Sul foglio davanti ai miei occhi vedevo il Suo nome scritto in grande, con un amore e una cura speciale. Parlo di quei primi fogli scritti da Emilio con la mia mano incerta, e con quella meno incerta, ma non meno tremante d'emozione, del suo papà.

In quelle pagine campeggia il nome di Maria. E noi chiedevamo: Maria, chi? Perchè non siamo abituati a chiamare la Madonna così, semplicemente per nome. Emilio rispondeva: Maria Misericordiosa, la Madre di Dio. E prese a dirci che dobbiamo a Lei il dono delle nostre quattro chiacchiere in famiglia, una famiglia più numerosa della nostra, di noi tre. Ma questo è un altro discorso, e ci torneremo in seguito.

Scrivendo semplicemente Maria, Emilio ci dà un segno forte e molto efficace a comunicare la realtà della vita in cielo, perché significa la concretezza della persona e il suo reale rapporto con lei. Emilio chiama per nome la Madonna perché si trova alla Sua presenza e La conosce personalmente. Dunque Emilio scrive "Maria", ma aggiunge sempre Misericordiosa, e non soltanto per spiegare meglio chi è. E' curioso, questo aggettivo accompagna il nome di Maria quasi come un cognome, e certamente serve a identificare la persona, ma soprattutto comunica il valore dell'incontro con Lei entrando direttamente nella sfera dei sentimenti. Emilio vive accanto a Maria con una gioia di cui desidera farci partecipi, parla dell'amore che prova per Lei per condividerlo con noi.
Tutto questo sento quando Emilio mi parla di Maria Misericordiosa, ma quel suo amore è così grande che sono presa da uno smarrimento, perché mi sembra che da questa terra non si possa arrivare ad amare così. Mentre soltanto da quell'amore può venire la serenità, che è l'unico dono che Emilio mi chiede.

Torniamo alle lettere di Emilio.
Ormai è più facile parlarne, perché ci sono i libri a testimoniarne l'importanza, la bellezza, il valore. Ma nei primi tempi in cui Emilio disse che sarebbe stato giusto condividere quel tesoro, mi trovai persa in un miscuglio di emozioni. Lo desideravo tanto anche io, ma raccontare cosa stava succedendo, come, quando, non era semplice. Non bastava dire Emilio è qui, ci parla, ci scrive, è vivo accanto a noi. Non mi ponevo il problema di apparire una povera madre impazzita dal dolore, ma sentivo forte la responsabilità di rendere giustizia alla verità e soprattutto al valore della nostra esperienza. Insomma, per parlare delle lettere di Emilio senza deluderlo, sentivo il bisogno di un aiuto speciale.

Piena di buone intenzioni e cosciente delle difficoltà a realizzarle, chiesi umilmente aiuto a Maria Misericordiosa che -come dice Emilio- è Ispiratrice e complice del racconto della nostra storia d'amore. (10.1.2003). Fu così che presi l'abitudine di cominciare dalla lettera che Emilio scrive nel suo primo Ferragosto in cielo (15 agosto 1996), il giorno della festa dell'Assunzione. E vorrei anche ora cominciare da qui, rileggendola insieme.

Oggi è gran festa in cielo per la Madre Misericordiosa di Gesù.
E' bellissima e dolcissima nel suo caldo e luminoso sorriso. Lei ha mantenuto la sua corporeità, eppure il suo corpo sembra diventare trasparente alla luce che emana. Ogni suo più delicato movimento produce suoni melodiosi, che ti avvolgono in un nitido scintillio cristallino di rugiada.
E' la luce calda e rassicurante del Suo Amore per le creature celesti e terrene.
E' la serenità della parola amorevolmente spesa per ognuno.
E' la consapevolezza del suo ruolo di mediazione nel perdono.
E' il compiacimento della materna protettività.
E' la fermezza discreta dell'educatrice.
E' la pietà tenera e pudica per chi soffre nel corpo e nello spirito, nella malattia e nel peccato.
E' sacrificio dignitoso e silente.
E' gioia sommessa e riservata.
E' dedizione disinteressata e completa.
Tutto questo e tanto altro ancora è la Madonna.

Noi la festeggiamo sempre, ma le preghiere che in suo onore giungono dalla terra ci fanno sentire tutti più orgogliosi di questa nostra madre speciale. Non ti ingelosire mamma di questa estasi dichiarata. Non si tratta infatti dei sentimenti, quelli che nutrivo per te, ma di una condizione di beatitudine che deriva dal sapersi amati da Lei. Ora la stessa gioia mi deriva dal tuo immenso amore materno, ancorché intriso di dolore. Nel tuo amore prevale ancora quel giustificato senso di possesso che istintivamente la madre si porta appresso nei confronti del figlio, che è stato suo corpo per nove mesi: mio figlio è una cosa mia, una parte di me stessa. Nell'amore di Maria c'è invece l'aspetto ecumenico dell'amore, non più sentimento privato ma afflato universale. Così in pratica avviene per l'amore che ti porto, non più miscuglio di affetto, stima, simpatia, insofferenza, dedizione, ribellione, rassegnazione, ammirazione, ma valore unico, universale, che non conosce contraddizione, ma che rappresenta l'essenza del Bene incontaminabile.
Ciao ciao, Emilio.

Non so come potrebbe commentare questa pagina un teologo, forse dovrei dire un esegeta. In questa materia non sono preparata, tuttavia penso che c'è una bella differenza tra il visto e il sentito dire, e qui è evidente che chi scrive racconta qualcosa che conosce dal vivo e di persona. Potrebbe mai venire da uno di noi questa pagina di vita celeste? Questa visione nitida e concreta della maternità che rappresenta l'essenza del Bene incontaminabile?
Dopo aver letto queste parole, che sempre mi emozionano e mi commuovono, non c'è bisogno di raccontare e spiegare come e perché ci siamo convinti che sia veramente Emilio a scrivere dal cielo. Anche con voi mi sembra superfluo. Allora vi dirò semplicemente quali sono le immagini che questa lettera mi ha impresso nel cuore e nella mente.

Prima di tutto l'immagine corporea di Maria, che è la primizia di un corpo umano assunto in cielo. Emilio la descrive a sua madre, che sta ritrovando la serenità di saperlo vivo nella completezza appagante della vita spirituale.
Eppure, anche nella serenità, non si dimentica la dolcezza di una presenza corporea, né si rinuncia alla speranza di riabbracciarsi. L'impossibilità di figurarci lo spirito separato dal corpo resta un ostacolo difficile da superare perché riafferma la crudeltà della morte, non soltanto nell'assenza del corpo fisico di cui tanto sentiamo noi la mancanza, ma soprattutto nel pensiero che di quella mancanza possa soffrire a sua volta lo spirito. Ma nell'immagine di Maria, Assunta in cielo con il corpo, l'importanza della fisicità svanisce totalmente nella trasparenza della luce che emana. Non è la svalutazione di ciò che è privilegio esclusivo dell'Assunta, ma la realistica descrizione della Sua persona tutta intera, che si manifesta, così come per ogni altro anche qui sulla terra, attraverso segni e tratti che di fisico hanno ben poco. Il calore del sorriso, l'armonia del movimento e soprattutto la trasparenza cristallina dei sentimenti.
Comincia così la descrizione dell'Amore di Maria, di una madre serena, consapevole, rigorosa, generosa, compiaciuta, gioiosa, tenera, e riservata nella pietà per chi soffre nella malattia e nel peccato. Queste eccelse qualità dell'Amore di Maria sono visibili nel corpo trasparente dell'Assunta, che muove in un moto d'amore ad avvolgere chi ama, in un nitido scintillio cristallino di rugiada. Maria non è simbolo, non è esempio umanamente irraggiungibile della perfezione, è realmente la Madre che riversa sui figli tutto di sé, anche la gioia di essere riamata. Per questo le preghiere, la devozione che Le rivolgiamo diventano orgoglio e gioia dei suoi figli in cielo, nella beatitudine di sentirsi amati da Lei.

Non ti ingelosire mamma di questa estasi dichiarata. Davvero Emilio si preoccupa della mia gelosia? Non lo credo. La descrizione della Madre Misericordiosa di Gesù non celebra la gloria dell'Assunzione, ma la Grazia radiosa della Madre ricongiunta al Figlio. E si conclude con il nome della Madonna. Questa unica volta Emilio la chiama così, con il nome che Le diamo noi dalla terra. In questa dimensione, che ci è più familiare, sono state enunciate le dolci premure di Maria per i figli che hanno bisogno di essere protetti, educati, perdonati, che hanno bisogno della Sua intercessione, della Sua pietà, della Sua dedizione, del Suo sacrificio. Questi figli siamo noi, i figli della terra, che Lei amorevolmente guida a ricongiungersi con la famiglia del cielo. Una di questi figli sono anch'io e Le sono grata del Suo amore per mio figlio prima che per me stessa.
Emilio lo sa che non sono gelosa, anzi sono orgogliosa che lui L'ami tanto. E sa anche che capisco perché dice così: è rimasto tale e quale, non si fa mai scappare un'occasione per ottenere da me quello che chiede. Infatti ogni volta che leggo questa frase sorrido e sorridendo ammetto che un po' gelosa lo sono davvero, perché l'amore che Emilio esprime è un amore assoluto, tanto più grande, più bello di quello che possiamo provare su questa terra. Questo amore glielo ha insegnato Lei, ma Maria è nostra Madre e l'amore di una mamma lo conosco.

Dopo questa lettera cristallina ne leggeremo insieme qualche altra, ma la scelta mi ha creato non poco imbarazzo. E' lo stesso problema che tanto mi ha assillato mentre mettevo insieme Cielo che poesia, il secondo diario di Emilio. Avevo pensato di concentrare in un capitolo le lettere dedicate a Maria Misericordiosa, ma poi ho dovuto rinunciare, la Sua presenza attraversa per intero le nostre pagine. La verità è che sono tutti Suoi i libri di Emilio, come è Suo il dono d'amore che rappresentano. Tutti quelli che li hanno letti lo sanno, ed io sono felice di averne ascoltato la conferma da loro infinite volte. Ma ormai i libri sono a disposizione di tutti e c'è anche internet che ci aiuta a integrare e aggiornare la pubblicazione degli scritti di Emilio. Dunque per questa occasione ho scelto tra le pagine ancora inedite.
Tra queste ce n'è una molto importante.

E' del 12 novembre 1996. Emilio scrive con il papà:

Auguriamoci che gli uomini ascoltino e comprendano i messaggi che invia loro Maria Misericordiosa, e che ritrovino la via del bene. Caro papi mio. La meravigliosa Madre di tutti noi vi manda a dire:

Miei figli diletti, non vi lasciate andare nella voglia di bruciare le tappe del cammino della conoscenza.
Siate morigerati nella sete di verità.
Siate prudenti nella ricerca del percorso più conveniente per raggiungere Dio.
Siate attenti negli incontri che farete. Siate costanti nel passo che terrete.
Siate previdenti nel bagaglio che vi porterete.
Siate coerenti nelle scelte che farete.
Siate osservanti delle indicazioni che riceverete.
Siate incuranti delle difficoltà che incontrerete.
Siate fiduciosi. Siate vigili. Siate coraggiosi.
Siate instancabili. Siate incorruttibili. Siate figli devoti.

Il vostro compito è quello di rappresentare degnamente l'immagine di Dio che è in voi, di non tradirLo ulteriormente, di non crocifiggere ad ogni istante il Figlio suo, di confidare nel Suo incommensurabile amore e nel mondo che ci ha promesso, di contare sulla Sua giustizia, di credere nel Suo perdono.
Così sarete Suoi e miei degni figli. Noi saremo fieri di voi e sarete i benvenuti nel regno dei cieli.

Qui si conclude il messaggio di Maria. E la Parola torna a Emilio.

Cari i miei genitori, mi sembra non vi manchino i requisiti, pertanto non dovrebbe essere difficile il vostro accesso. E' solo questione di perseverare nel tempo, ma quello non conta. Buona notte. Un morso sul naso di mamma banana.

Non soltanto per pudore, abbiamo tenuto per noi questo messaggio fin'ora. Credo di ricordare che al momento non mi resi conto che, in questa lettera, Emilio per la prima volta scrive un messaggio della Madonna. Era trascorso da pochi giorni il suo primo anniversario di vita in cielo, ed io ero ancora intenta a rassicurarlo e a rassicurarmi della mia serenità, nella fede della nostra nuova vita insieme.
Me ne andai a letto con la dolcezza della sua buona notte e di una Ave Maria detta con tanta gratitudine e affetto.
La mattina dopo mi svegliai con un tremendo mal di testa, ma ugualmente mi misi a lavorare al computer. Stavo mettendo insieme le prime pagine del Diario di un angelo e nulla poteva distogliermi da quel progetto, al quale insieme a Emilio lavoravo con tanto amore. Ogni tanto mi alzavo per prendere un calmante e mi cadevano gli occhi sulla lettera della sera prima. Ma ero troppo concentrata sul pensiero del libro e sulla fatica di dominare il mal di testa. Per rileggerla aspettavo un momento migliore, senza sapere che avrebbe potuto non venire mai più.
Per farla breve, quel giorno ebbi la rottura di un aneurisma cerebrale. Caddi svenuta senza neppure accorgermene. Ma oggi sono qui a raccontarlo, e forse l'atteso momento migliore per rileggere il messaggio di Maria è proprio questo, qui con voi. Perché i figli diletti ai quali Maria parla siamo tutti noi, amati tutti insieme in quel Suo amore speciale che ci ama tutti, uno per uno. Ne troveremo la conferma nell'episodio che mi riguarda, messo a confronto con questo messaggio in apparenza molto generico e impersonale.

Noto, prima di tutto, il richiamo all'ascolto dei messaggi che Maria invia agli uomini. Certamente li ascoltiamo, ma con quale attenzione, con quanto impegno? Emilio scrive: "auguriamoci che comprendano". Capire è più difficile, se capire significa fare proprio il messaggio fino a ritrovare la via del Bene.
Maria Misericordiosa ci indica la via delle virtù. L'elenco è lungo e le virtù non sembrano poi così straordinarie. Attenzione: cerchiamo di non fare come quei figli che non stanno a sentire le raccomandazioni di mamma. Si, certo, Emilio qualche volta lo faceva, e quella sera leggendo il messaggio di Maria anch'io mi sono comportata così. Ma ormai, e soprattutto in questa occasione, vorrei leggerlo attentamente e provare a capirlo insieme a voi.

Se ci rendiamo conto che Maria suggerisce un comportamento virtuoso per ogni circostanza, allora comprenderemo che, prevedendo le situazioni alle quali la vita ci metterà di fronte, si preoccupa soprattutto della nostra reazione.
L'andamento di una vita dipende dal disegno di Dio, e Maria sa, chi meglio di Lei, che umanamente può apparire incomprensibile, inaccettabile. Dobbiamo imparare da Lei a comportarci bene sempre. Perciò ci suggerisce un comportamento virtuoso in ogni situazione, che è non pericolosa in sé ma nella reazione che può provocare. Questo significa che la scelta decisiva tra il bene e il male ci si presenta per tutta la vita, in ogni occasione.
Ecco perché l'elenco delle virtù è lungo e meticoloso. Mi colpisce soprattutto la cura con la quale è formulato: somiglia molto alla pignoleria di una madre che prepara la valigia al figlio e si preoccupa di non dimenticare nulla che possa servirgli. Emilio mi prende in giro quando cerco di spiegarmi con un esempio, ma adesso non so farne a meno.

Emilio era un ragazzino di undici anni, quando andò in Inghilterra con la sua scuola per un corso d'inglese. Per la prima volta gli feci la valigia per un viaggio senza di noi. E fu anche l'ultima, perché in seguito ci ha pensato sempre da solo. Ero preoccupatissima di non dimenticare nulla che potesse servirgli, perciò gli comperai una valigia bella grande e cominciai a riempirla, con un ordine del tutto inconsueto per me.
Emilio mi osservava meravigliato, ma si capiva che vedermi così impegnata per lui gli faceva piacere. Ogni tanto mi diceva: "Mamma, non esagerare, questo non mi serve, non lo userò mai". Ma era rassegnato. Soltanto quando mi vide cacciar dentro a forza un complicato ombrello pieghevole acquistato per l'occasione, si ribellò. Era luglio e faceva un gran caldo: "No, ti prego, l'ombrello no! Se per fortuna pioverà mi farò una doccia, ma l'ombrello non me lo voglio portare!". Inutile dire che, sotto un sole cocente, Emilio partì con l'ombrello nella valigia.
Andò a finire che io quel primo distacco lo presi malissimo e, dopo neppure una settimana, volai a Londra anch'io.
Quando lo raggiunsi, i superiori del college mi accolsero bene e ci dettero il permesso di uscire insieme. Il cielo era nuvoloso, Emilio mi venne incontro con l'ombrello in mano e me lo consegnò. Io lo lasciai sul sedile della metropolitana alla prima fermata, e non se ne parlò più.

Perché ho raccontato tutto questo? Prendete con prudenza ciò che sto per dirvi, ma cercate di capirmi. L'ultima lettera che Emilio mi scrive prima che mi senta male è questa, che per la prima volta contiene un messaggio di Maria.
E' naturale che mi sia chiesta se, poco più di 24 ore prima, Emilio sapesse già che cosa mi sarebbe capitato. Io penso di sì, e credo di aver capito che quella lettera e quel messaggio riguardano esattamente la sua apprensione per me, perché mi vede esposta a un pericolo grande e teme il peggio. Non sto facendo l'ipotesi che Emilio abbia visto il futuro, se ci fosse stato un motivo per farmi fare una risonanza magnetica, l'avrebbe visto anche un medico di qui l'aneurisma che stava per rompersi. E cosa avrebbe fatto? Mi avrebbe preparata ad affrontare l'operazione.
Emilio mi prepara a ben altro, mi prepara ad affrontare la guarigione. Cos'è una guarigione Emilio lo spiega così:

La guarigione dalla malattia vuol dire ripristino delle condizioni di benessere preesistenti. Il malato esce da quello stato di prostrazione, di abulia, di rassegnazione, di confusione, di torpore in cui è precipitato, e rapidamente torna alla vita, ripromettendosi di seguire con maggior vigore le regole di profilassi dal male. (16 settembre 1996)

Siamo ai tempi in cui Emilio mi porta a guarire non da una malattia ma dalla disperazione. Nel suo primo anniversario, quando mi vede finalmente guarita, è così felice che scrive:

Tutte le anime esultano per la guarigione della mia mamma. Io sono molto orgoglioso di questa conquista, perché ottenuta con la fedele convinzione della mia vita extraterrena e con l'aiuto compiacente e caritatevole di Maria Misericordiosa. (20 settembre 1996)

Ma subito dopo sto per ammalarmi ancora, questa volta fisicamente. Dovrò affrontare una situazione difficile, in un momento in cui le mie risorse sono al minimo. Perdonatemi se mi lascio andare con la fantasia e il cuore di mamma. Ripensando a come sono andate le cose, non posso fare a meno di constatare che mio figlio mi è stato sempre accanto e ha fatto tutto quanto sapeva e poteva fare, contro il male che mi era esploso nella testa. Probabilmente sapeva che fisicamente avrei superato la malattia, ma come avrei reagito alla guarigione, dopo essermi trovata così vicina a raggiungerlo?
Per questa guarigione del corpo, che non doveva mettere in pericolo ma anzi doveva confermare la guarigione dell'anima, Emilio chiede ed ottiene ancora una volta l'aiuto compiacente e caritatevole di Maria Misericordiosa. Chiede a Lei di prepararmi la valigia per la clinica, e insieme ci mettono dentro proprio tutto l'occorrente per far fronte a ogni bisogno: anche l'ombrello. Tanto sanno che quando li raggiungerò, ce ne dimenticheremo e non ci penseremo più.

Per concludere le mie riflessioni sul messaggio di Maria contenuto in questa lettera, aggiungo brevemente che ne ho fatto un caso personale considerando il particolare momento in cui è arrivato, ma non ho mai creduto che fosse rivolto soltanto a noi, e particolarmente a me. Anzi, quando ho riletto le parole di Maria, dopo quello che avevo passato, proprio allora ho capito il Suo Amore universale che si rivolge a tutti, a ogni Suo figlio uno per uno.

Non so quanto tempo mi resta per parlare ancora delle lettere di Emilio dedicate alla Madonna. Velocemente ne scelgo un'altra, anche questa inedita. Fu scritta in occasione del mio ritorno a casa dopo la malattia. E' notte che precede la festa dell'Immacolata Concezione.

Domani si torna a casa, proprio in coincidenza con la festa di Maria Misericordiosa Immacolata, Colei che senza macchia darà tra qualche giorno alla luce la Luce, per illuminare le tenebre in cui è piombata l'umanità.
Pensa alla grandezza morale di questa donna, che pur sovrastata da un compito così sovrumano, come quello di concepire il Figlio di Dio, lo ha portato a termine con dignità esemplare, non venendo meno ai suoi doveri di madre e prendendosi cura di Lui con il solo amore che le mamme di questa terra sanno dedicare ai propri figli. E' stata Lei, anche se nella Sua immacolata purezza, ad umanizzare il Figlio di Dio, affinché Egli, incarnato in sembianze umane, si spogliasse di quelle divine e dei vantaggi che gliene sarebbero derivati, e potesse, da uomo tra uomini, portare la testimonianza dell'amore di cui è oggetto ogni creatura della terra.
Il Suo cuore di mamma ha palpitato, gioito, sanguinato come tanti altri cuori di tante altre anonime mamme. Eppure Lei sapeva di essere la Madre di Gesù, ma non per questo ha rinunciato al Suo ruolo terreno, così dimostrando che gli esseri umani, se non rinunciano alla loro dignità, sono proprio fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
Maria non ha mai macchiato, vivendo accanto al Figlio e dopo la Sua morte e resurrezione, la propria dignità di madre. Anche per questo motivo ha mantenuto la sua corporeità al momento della Sua Assunzione in cielo. Il suo corpo immacolato non poteva frenare la Sua Ascensione.
Cara mamma, anche tu hai palpitato, gioito, sanguinato nel cuore per me dello stesso amore materno di Maria. E' lo stesso amore incontaminato ed immacolato che ha coccolato e consolato Gesù. Coltivalo con l'intensità di sempre. Non lo disperdere, abbine cura. Custodiscilo con accuratezza. Fa che non si esaurisca.
Maria Misericordiosa ne sarà felice e aiuterà te a ridiventarlo.
Bacini amorosi. (8 dicembre 1997)

Su questa lettera mi sembra impossibile aggiungere qualcosa. Mi soffermerò soltanto sulla frase che offre lo spunto per introdurre l'argomento che vorrei ancora trattare. Ed è questa: Maria Misericordiosa Immacolata, Colei che senza macchia darà tra qualche giorno alla luce la Luce, per illuminare le tenebre in cui è piombata l'umanità. Si riferisce al Natale, che viene pochi giorni dopo l'8 dicembre. Ma forse Emilio vuol dirci di Maria qualcosa di più. Leggiamo un'altra delle sue lettere.

Maria Misericordiosa vi ricopre e vi ricolma della Sua Grazia, non solo perché siete e siamo noi tutti Suoi figli prediletti, ma anche perché vi ha dato il dono di portare nei cuori la commozione e l'emozione di essere da Lei amati e protetti, e di testimoniare la Sua diretta e instancabile partecipazione alla liberazione dal male dell'umanità.
Con voi e con il vostro dolore elevato ad amore eterno, la Mater Dolorosa, divenuta roccaforte esemplare dell'Amore che genera Amore, ha fondato una colonia di anime, un nucleo di testimoni del mondo celeste. Come voi tante, tantissime cellule di amore purificato nel dolore della valle di lacrime, operano per Suo conto, illuminate dalla Sua tenerezza, temprate della Sua forza. E formeranno il Suo esercito virtuoso, quell'esercito che cancellerà per sempre ogni traccia del male, e riscatterà dall'eterna maledizione la donna che violò per prima il patto d'amore tra Dio e l'uomo.
Solo una donna, che non ha mai spezzato il vincolo d'Amore che la legò a Dio per sempre e ne partorì il sembiante terreno dando vita umana alla Sua Parola ed alla Sua volontà, conobbe il Dolore di mamma alla quale l'umana insipienza aveva sottratto la vita del Figlio divino sacrificandolo alla presunzione, e poi visse il tripudio di vederLo risorgere e tornare alla Casa del Padre, per poi raggiungerlo Lei stessa nell'immortalità. Solo una Madre può desiderare di cancellare per sempre il dolore alienante che pervade i cuori dilaniati dalle ingiustizie, dalle mortificazioni, dall'arroganza, e di ripristinare l'Ordine, la Giustizia e l'Armonia dell'Amore.
E nessuna madre è per questo più qualificata della Madre di Dio.
Sicché la storia del mondo, nel quale il Bene e il male si combattono nei cuori degli uomini, si chiuderà per sempre quando la Misericordia di Una, di Quella Madre speciale, otterrà il definitivo perdono dell'umanità di Eva e avrà schiacciato la testa del serpentedrago. (26 marzo 2000)

Questa immagine di Maria, misericordiosa verso la debolezza degli oppressi ma intransigente ed indomita contro il male, ricorre spesso nelle lettere di Emilio. Molti di voi già conoscono queste pagine che sono pubblicate nel secondo diario di Emilio. Cielo, che poesia! Che grande speranza, che luce radiosa nel nostro domani!
Ed eccomi pronta, come portalettere del portalettere, alla consegna di due missive recentissime. Nella prima torniamo alla Festa dell'Assunzione, la più cara alle mamme tra le feste dedicate a Maria.

Eccomi tra voi in occasione dei tradizionali festeggiamenti della nostra Madre amatissima, Assunta nel cielo di Dio Padre, del Figlio Redentore e di tutte, proprio tutte le creature che si sono guadagnate il diritto alla santa ed eterna beatitudine… Noi, quassù dove vi piace immaginarci e localizzarci, La festeggiamo incessantemente con tutta la nostra gratitudine e il nostro amore, perché è grazie a Lei, al Suo sostegno, alla Sua intercessione, alla Sua misericordia, che possiamo godere ed inebriarci della Luce di Dio e vibrare del Suo Amore universale e perpetuo, con il quale e per il quale siamo stati concepiti dal Creatore e siamo indirizzati e guidati dalla mano materna di Colei che, al servizio di Dio, si è fatta serva ausiliatrice dell'umanità … ApriteLe i vostri cuori, e senza alcun ritegno o vergogna lasciate che li inondi del Suo Amore ed abbeveratevi delle Sue Parole:

Miei figli amatissimi, è il cuore della vostra madre celeste che parla ai vostri cuori, per ringraziarvi dell'amore che mi portate e per esortarvi a renderlo fervido di santi proponimenti e provvido di sante azioni. Unitevi con me nella preghiera, ma anche nell'impegno convinto e costante di non lasciare più spazio e tempo al peccato dilagante in ogni forma e sostanza. Non arretrate di fronte al Bene e all'Amore che vi testimoniamo con tutte le nostre energie e in tutta la Loro veemenza, perché il male lasci per sempre la terra dei vostri cuori e la nostra bellissima terra.
Sostenetemi ed aiutatemi con la forza concreta del vostro amore, da elargire nel più completo spirito di servizio, quello stesso che io ho sempre seguito, dichiarandomi orgogliosamente serva del Signore. E il male non avrà scampo, così come è già scritto nel Progetto di Dio.
Così come sta scritto che solo l'uomo, e soltanto lui, nell'essenza dell'Amore che l'ha creato, si è fatto Dio incarnato e Madre divinizzata, ha la chiave per aprire la porta al Bene Eterno, quel Bene che non si manifesterà mai più all'ombra del male. Sicché l'uomo e la donna, che per primi vi si rifugiarono, finiscano di vagare perseguitati in un mondo ingrato al quale non erano stati predestinati, e ritrovino in cielo il loro paradiso eterno.
Figli miei diletti, so che non mi deluderete. Insieme faremo la gioia e la volontà del Signore e con Lui e in Lui festeggeremo per sempre le nostre festività. Vi benedico con il figlio mio, figli miei adorati, nel nome del Signore.

Ed Emilio conclude:

Caro vecchio papiscriba, ti sento emozionato e confuso e avverto il turbamento di mamma. Questi vostri sentimenti non turbino la purezza del messaggio celeste, che è dedicato all'umanità intera. Date sfogo a tutta la gioia e all'energia repressa di essere figli di una Mamma così straordinaria, ed assecondateLa tutti insieme nella Sua volontà, che coincide sempre, per vocazione naturale, con quella di Dio. Vi abbraccio nel caldo del mio cuore con tutto l'amore e la fierezza di essere figlio vostro e di Maria al tempo stesso. Bacioni dal vostro Emilio (15 agosto 2003)

Su questa lettera faccio soltanto una notazione: è il secondo messaggio di Maria che Emilio ci consegna. Naturalmente intendo "messaggio diretto" che la Madonna personalmente ci rivolge. Perchè tutte le lettere di Emilio esprimono il Suo Amore e sono un Suo dono. Un dono che non si rivolge ai genitori di Emilio più che a tutti gli altri.
Posso capire che qualcuno, immedesimandosi nella nostra condizione, parli di fortuna, di privilegio. Posso capire e non saprei smentirlo, ma Emilio prende per mano noi, i suoi genitori, per aiutarci a vedere la verità, per insegnarci ad ascoltare la parola di Gesù, per incoraggiarci a fare la volontà di Dio. Per ottenerlo ha scritto migliaia di pagine, che a nulla sarebbero servite se ci fossimo fermati alla consolazione di crederle scritte da lui, senza farle nostre per vivere la fede, la speranza, l'amore che sono dono di Dio a tutto il genere umano. Questa è veramente la fortuna, il privilegio di lasciarsi prendere per mano da un figlio di Dio, che sta facendo l'impossibile per ingrandire la famiglia più che si può.

Ed ecco, ancora quattro chiacchiere in famiglia su questo nostro incontro. Per finire, vi leggerò come Emilio mi ha incoraggiato a parteciparvi, ma lascio a voi il compito di concludere con una riflessione personale e un grazie di cuore alla Madre Misericordiosa di tutti noi, suoi figli in cielo e in terra.

Madre amatissima, nella città intitolata alla chiesa non troverai ostacoli nel raccontare la tua materna esperienza e nel testimoniare il ruolo essenziale e la volontà indiscutibile e misericordiosa della Nostra Madre Amatissima nella nostra straordinaria vicenda. Che è tutta piena del Suo supplichevole appello che mai si stanca di rivolgere ai figli Suoi in terra, è tutta intrisa delle Sue invocazione ed esortazioni a ritrovare la via del Bene nella preghiera e nella carità, è tutta dolcemente segnata e benedetta dalla santità del Suo Amore materno e totale, per quell'uomo che Lei sola può ricondurre al riscatto definitivo dal peccato originale ed alla riappropriazione della perduta felicità.
Cerca bene tra le pagine delle nostre letterine, cara mamma, e scoprirai la costante, meravigliosa presenza del profumo del sorriso di Maria Misericordiosa, cioè il vero senso, il significato più pregnante del Suo messaggio di Madre.
Solo l'Amore sublime, quello che tutto concede e in tutto si concede, solo questo amore può sconfiggere il male, ma non può fare a meno di quelle promesse e di quelle dichiarazioni d'amore che le preghiere e la sincera devozione possono testimoniare.
Il pensiero rivolto a Maria dal più profondo del cuore è la prova più concreta della volontà degli esseri umani a sostenere la Nostra Signora della speranza nella lotta contro il serpente drago, ed è la forza necessaria alla Santa Madre di Gesù per schiacciarne la testa per sempre.
Se e quando l'uomo Le farà sentire tutta la sua appassionata e sincera solidarietà e Le si affiderà con tutto l'amore filiale, allora la morte del male segnerà la fine della morte e l'inizio della più totale felicità.
Il se e il quando sono già noti al pensiero di Dio. L'uomo li conoscerà se confiderà nella Misericordia di Dio, se si confronterà con l'esempio di Gesù Redentore, se si abbandonerà al conforto e alle carezze della Madre Misericordiosa. E così sia.

Ciao madre amatissima, dal tuo bambino Emy (22 agosto 2003)

Con questo, insieme a Emilio, mi congedo anch'io. La mamma di Emilio

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