Cari amici di Emilio, questa volta a scrivere sono solo io, la mamma di Emilio.
Ma non da sola, come potete immaginare. Molti di voi si chiedono come mai questo sito ultimamente non è
aggiornato
frequentemente con nuove letterine. Forse non ne arrivano più?
Eppure, Emilio -il 3 luglio 1997- aveva scritto: "Nel momento in cui il Signore mi ha chiamato, Egli si
è reso conto
della forza dell'amore che mi circondava… e ha voluto che il mio spirito potesse a voi appalesarsi
attraverso
la scrittura diretta, strumento che potremo utilizzare fino al vostro trasferimento quassù”.
Proprio così, sono passati tanti anni ed Emilio ci scrive sempre.
Non così spesso, ma la penna ancora ci regala le sue parole.
Ed ecco le lettere che completano quanto già ppubblicato nei suoi libri.
Vi so, vi ho visti impegnati in un’opera bella e meritoria. Perché ti sembra di sentirti ispirata da me, tu mi chiedi: che ci fai lassù? Il male non demorde, come se stesse scatenando la sua offensiva finale. Ma noi siamo vigili guardiani e sappiamo dove sono e quali sono i cuori accessibili all’amore: questi sono i legionari dell’esercito di Maria.
Caro il mio papi, pensavo proprio che non sapessi più scrivere e, anche ora che mi stai dando prova che mi ero sbagliato, ti sento un pochino arrugginito. Comunque non posso che gioire di questa opportunità e spero in questa ripresa delle nostre relazioni epistolari, o meglio -mettendo da parte questo mio linguaggio formale- delle nostre letterine.
Vi so e vi ho visti, te e la mia mamma, molto impegnati in un’opera molto bella e meritoria* Sapete bene che quassù non ci sono segreti né gelosie, e se siete stati accaparrati da un santo collega*, che si dà molto da fare anche da noi per il bene e la salute della anime sofferenti, per di più spalleggiato da alcuni colleghi medici che ho trovato o che mi hanno raggiunto, ai quali stanno molto a cuore le vicende della casa dedicata alla nostra Mamma amorosa e misericordiosa, non posso che esserne orgoglioso. E lo sono in particolare per quella mia mamma banana, che lei sì sa tenere la penna in mano, mentre tu sei un pasticcione anche come errata corrige. Comunque, come Dio vuole, anche questa fatica è finita ed io spero che non ti inventerai altre scuse, altrimenti dovrò ripiegare sulla mia dolce leprottina.
State tranquilli, se non ci siamo più sentiti non pensate che non vi abbia ricoperto del mio amore e delle mie preghiere. Io sono saldamente accasato nei vostri cuori e, anche se non pago l’affitto, nessun avvocato mi può chiedere lo sfratto. Per di più, nonostante abiti in molti altri cuori, i vostri sono la mia casa dolce casa e ormai mi ci fermo definitivamente. Per l’eternità. Hai capito, mamma mia cara, perché ti sembra di sentirti spesso ispirata da me? Perché siamo un unico spirito e un unico amore e siamo ispirati dallo stesso Spirito e rivitalizzati dallo stesso Amore.
Tu mi chiedi: che ci fai lassù? Come passi il tuo tempo, che pensi, con chi stai, che vi dite, cosa combinate? Amiamo. Semplicemente ed intensamente, e questo ci dà una gioia sconosciuta sulla terra, e amore e gioia ci rendono attivi, operativi, disponibili ed infaticabili. Solo così Gesù, quando tornerà in terra per l’atto definitivo del destino dell’uomo, non vi troverà una landa deserta e distrutta dal male e abitata solo dai morti. Ci adoperiamo dunque affinché l’uomo travolto dalle passioni e dal peccato non cancelli dal suo cuore, anche il più inaridito, quello anelito di redenzione che solo la Misericordia di Dio gli può ispirare, e che solo la sua pentita richiesta di perdono gli può assicurare. E', come potete immaginare, un lavoro molto coinvolgente e che ci tiene molto impegnati, perché il male non demorde mai e mai come ora è attivamente operante e tra gli uomini e negli uomini, come se stesse scatenando la sua offensiva finale.
Ma noi siamo vigili guardiani e sappiamo dove sono e quali sono i cuori ancora accessibili all’Amore di Dio e all’amore dei simili, e conosciamo la forza della loro fedeltà e la capacità di ispirare, con l’esempio del loro credo e della loro carità, sinergie d’amore. Sono loro la nostra forza e la certezza della nostra speranza. Sono i legionari dell’esercito di Maria, che è pronto a schierarsi per marciare contro il maligno, per schiacciarlo per sempre e per consegnare al giudizio del Redentore tanti vivi, che il Signore accoglierà in cielo come definitiva, eterna dimora. Voi, miei cari siete già stati arruolati e svolgete correttamente e sagacemente il compito assegnatovi. Il Signore vi benedice, Maria Misericordiosa vi protegge. Noi tutti, ed io soprattutto, vi amiamo e i nostri e vostri fedelissimi vi scodinzolano. Bacioni e a presto.
Bacioni e a presto. Ciao Emilio
* La Casa di cura Villa del Rosario della Congregazione Suore Apostolato cattolico -fondata da San Vincenzo Pallotti- celebra in questi giorni il cinquantesimo anniversario della sua attività. Per l'occasione mi è stato richiesto di curare l'edizione di un libro sulla sua storia e attività.
Caro il mio papi, cara la mia mamma, prendiamocela comoda, procediamo piano piano, tanto nessuno ci corre appresso. E poi è pure festa. La festa di Risurrezione, di luce e di gioia. Quindi godiamoci, anzi godetevi più a lungo che potete questo attimo di felicità, prima di custodirlo gelosamente nella cassaforte della vostra fede nei vostri cuori.
Cristo è infatti risorto per testimoniarvi la precarietà della morte e per riaffermare la solidità della vita, che il Signore alita nei Suoi figli e il Battesimo prepara all’eterna condivisione del Suo paradiso. Riprendiamo dunque a percorrere senza fretta il nostro cammino insieme mano nella mano, e soprattutto senza paura di quello che sarà del vostro futuro sulla terra , dal momento che Iddio è l’architetto del mondo e delle sue vicende e non Gli servono altri architetti. Architettatevi piuttosto, o meglio adoperatevi a proteggere la casa dell’anima vostra dalle intemperie delle passioni, a rafforzarne le fondamenta contro i terremoti delle tentazioni, e a consolidarne il tetto perché non ceda sotto il peso del peccato. Così premuniti potrete aprire le finestre per farvi entrare la dolce brezza dell’amore e l’aria pura e vivificante del bene.
Ed io sarò con voi per segnalarvi se qualche diavoletto impertinente sta cercando di intrufolarsi in casa sotto mentite spoglie, approfittando delle finestre spalancate. Non ipotecate dunque il vostro futuro materiale, che di prevedibile ha per voi al presente la certezza scontata ed ineludibile del trapasso. Proiettatevi invece con fermezza e consapevolezza nel vostro futuro spirituale, che vi sollecito ad affrontare con impeto e con solerzia, a piede svelto e leggero per cogliere di sorpresa la morte e superarla, come i bambini che usano il verbo trapassare per indicare che ti stanno superando, con serenità disinvolta nel superarla e lasciarsela dietro le spalle, dal momento che il traguardo è più avanti.
Io posso personalmente ed autorevolmente assicurarvi che il traguardo è lì dappresso, nello stesso istante che l’hai trapassata lei non può più andare avanti, lì dove comincia il paradiso, per perdersi nell’eternità. Taglieremo, anzi tagliamo insieme il traguardo ogni volta che i nostri cuori si lasciano pervadere dall’Amore di Dio, ne testimoniano la dolcezza e ne raccomandano la condivisione. Oltre quel traguardo troverete, anzi trovate sempre me, a capo di una banda di vostri scatenati tifosi, scodinzolanti compresi.
Vi aspettiamo con la serena fiducia di quanti vivono e basta, senza limiti e soprattutto nell’illimitatezza dell’Amore e nell’inesauribilità della gioia. Impazienti di farvi le feste per ogni cosa buona che fate, in paziente attesa di vedervi comparire in carne ed ossa, si fa per dire, alla fine dell’ultima curva. E anche per voi sarà il trionfo. Bacioni e qualche leccatina fedele da noi tutti.
Il calore della mano paterna, materna e fraterna sul vostro capo. E così sia. Emilio lentisimamente.
Miei cari e dolci genitori, così serenamente immersi nello splendore dorato e riposante del tramonto, aspettate che la luna faccia capolino dalla sommità del monte ed illumini la faccia buia della croce. In quel momento , anche se essa continua a rimanere invisibile, saprete che risplende dell’argento lunare, anzi ne avete la certezza, perché non potrebbe essere altrimenti. Uscendo di metafora, la faccia della croce che voi non perdete quasi mai di vista, salvo che non sia avvolta dalle nuvole, quella che vi sta davanti sia di giorno che di notte, e si erge verso il cielo, simboleggia il sacrificio di Gesù, la fine umana di una vita divina dedicata all’uomo. L’altra, quella che non vi appare, ha bisogno della luce della fede per testimoniare, pur nell’invisibilità, la verità, la consistenza e la potenza dell’Amore di Dio.
Ma è proprio così invisibile questa verità? Bastano davvero le nuvole inconsistenti del dubbio, sempre basse e grigie a trasformarla in scetticismo, in incredulità, in disperazione? E’ la vita solo sofferenza, sacrificio dolore? E, della croce, l’uomo è condannato a patirne solo il peso? Certo, la luna non si alza ogni sera della vita dietro quel monte, per vivificare la luce dell’Amore che ci sembra di non vedere. Eppure Egli è sempre lì, sempre Immutabile, Inesauribile, Gratuito, Eterno. Vi ha avvolto nel caldo tepore del pomeriggio e del tramonto dorato. Vi ha coccolato tra le verdi e riposanti colline che vi circondano. Vi accarezza con il lieve venticello fresco della sera. Vi riempie dei colori rosati della sera. Vi riempirà tra poco l’anima e lo spirito dell’ineguagliabile luce della luna. Se non è Dio. Se non sono tutte queste cose il frutto dell’Amore di Dio; che ci sta a fare lassù quella Croce, e perché voi, proprio voi, dovreste gioire di queste meraviglie della natura? Perché non dovreste sentirvi felici per quella creaturina che vi ho messo da poco alle costole e che vi sta riempiendo di morsi, di pipì e di pupù? Già conoscete le risposte a queste domande un po’ retoriche. Godetevi dunque lo spettacolo serale, provocazione non casuale per farvi confrontare le nuvole con i vostri dubbi e la Luce con le vostre certezze; e godetevi in maniera altrettanto intensa tutto l’amore fedele che la piccola peste è venuta a portarvi. Sentimento che trae ispirazione dall’Amore fedele di Dio, che il Signore desidera che le Sue creature Gli ricambino.
Sul mio amore fedele per voi non dovete dubitare, anche se le mie letterine … ( tre puntini di sospensione ). Ma sappiate che ho in serbo per voi altre sorprese. Bacioni. Sarò con voi in prima fila. Ciao. Emilio
Prendo spunto da questa lettera per spiegare il motivo del rallentato aggiornamento.
Quando ho visto che Emilio ci parlava della luna, appena superata la gioia e l'emozione della
nuova pagina, sono tornata a
leggere una "storica" e indimenticabile letterina sulla luna, che risale al novembre del '96
(Cielo che poesia, pag. 299).
Mi è così cara che la conosco a memoria, eppure mi ha suggerito ancora nuovi pensieri, che hanno
suscitato una riflessione profonda
sulla nostra stagione del tramonto. Questo per dire che, rileggendo le lettere di Emilio a
distanza di tempo, non soltanto
abbiamo la possibilità di comprenderne meglio i contenuti, ma ne scopriamo di nuovi,
perfettamente intonati all'attualità della
nostra condizione. Rammaricandomi di aggiornare il sito meno frequentemente, spero che i suoi
visitatori si sentano invitati
ad attingere da tutte le lettere di Emilio pubblicate in questi anni.
Che forse non sono state abbastanza comprese e meditate, perché quasi sommerse dalle nuove.
I due Diari sono stati stampati e gli scritti di Emilio navigano in rete da oltre dieci anni,
perché desideriamo condividerne il dono con ognuno che insieme a noi sia lieto di riceverlo,
lasciandosi raggiungere e aiutare dall' amore vivo che ne emana. O altrimenti
perché?
Cos'è caro papi che ti induce a prendere la penna in mano? Nostalgia? Desiderio di verifica? Solitudine? Rimorso? Esigenza d'amore? O forse un po' di tutte queste cose messe insieme? Poco importa che tu mi risponda, importante è che tu risponda a te stesso senza sentirti sotto processo, specie da parte mia.
Qui c'è un solo Giudice ed è Supremo e conosce ognuno di noi, ogni pensiero più intimo. Io non posso che gioire di questa da tempo attesa e prevista iniziativa, che risponde ormai alla tua personale volontà e non è più riconducibile a sollecitazioni dall'Alto. Infatti si è concluso per te e per la mia mamma banana il tempo dell'iniziazione e della formazione, e avete dato prova, dimostrandolo concretamente, di essere allievi attenti e meritevoli della benevolenza del Signore e dell' amorosa misericordia della nostra Madre Santissima. Siete stati cresciuti a mollichelle, a letterine, per testimoniare l'Amore di Dio, che avevate inizialmente ripudiato quando, storditi ed annichiliti dal dolore, non eravate capaci di leggere il progetto e la volontà divina.
Caro Papi, se non avverti più la chiamata di un tempo per te trascorso, non devi pensare che noi quassù ci dimentichiamo di voi e che il mio amore sia dirottato altrove. Ne siamo forniti per l'eternità in quantità inesauribile. Né siamo parsimoniosi, anzi, abbiamo le mani bucate. In più tu e mamma ne avete credito ottimo ed abbondante, inoltre date prova di saperlo investire e farlo fruttare. Ogni giorno vi giungono prove del convinto consenso di cui siete fatti oggetto e della gratitudine che vi viene testimoniata. Potete dunque procedere con le vostre forze per la via tracciata, senza timore di perdere la nostra amorosa collaborazione ed, in particolare, la mia incessante presenza. Ve lo dimostra il fatto che la mia penna è sempre vigile e reattiva, basta prenderla tra pollice e indice, poggiarla verticalmente sul foglio immacolato, pensare a me con l'intensità dell'amore di un papi per il proprio pippo, e voilà, ecco che la mia invisibile presenza si materializza in parole ispirate all'amore e al suo Massimo Ispiratore.
Anche la creaturina che vi sta intorno e che vi inonda di affetto e di birichinate, non è arrivata a caso. Ma che razza di nome le avete dato? In miei cagnolini ridono da matti, ma scodinzolano felici per questo nuovo arrivo, che era programmato da tempo con ferma determinazione. Siate felici anche voi per tutti i segnali incontestabili che vi giungono, e smettete di lamentarvi di non ricevere posta con la stessa cadenza di prima. L'amore che vi porto in primo spirito e consensualmente alla mia Comunità non ha bisogno di esplicitarsi in forme rudimentali. Dovreste sentirvene pervasi, anche se i vostri sensi speciali non sono costantemente allertati come nei primi tempi. Ma questo discorso sul tempo presente e passato, sull'oggi e sull'allora lascia per noi il tempo che trova. Comunque fidatevi di me quando vi dico, anzi vi scrivo, che il vostro tempo perde ogni suo limite e confine quando si lascia pervadere dall'amore, che fortifica il nostro legame rendendolo universale ed eterno.
Caro papi, non lasciar trascorrere un altro secolo prima di riprendere in mano la penna. Non dimenticare di essere il mio vecchio scriba fedele. Ma, anche se la cosa non ti fosse possibile, per stanchezza, o pigrizia, o vecchiaia, ricorda che io sono sempre nel tuo cuore e in quello di mamma e che stanchezza, pigrizia o vecchiaia non potranno mai allontanarmi da lì.
Per l'eternità e per tutto il bene che vi voglio, per l'amore che vi porto. Ciao.
Vostro Emilio, una carezza a quella pettegolina* dal nome buffo.
* La pettegolina si chiama Geffry, il nome viene fuori dall'assemblaggio delle iniziali di tutti
i "piccoli" di Emilio.
Veramente non ne volevamo sapere di un altro cagnolino.
A un caro amico che avrebbe voluto regalarci un cucciolo della sua Genny, avevamo risposto
"Grazie, no".
Ma lui non si arrendeva: "Me lo suggerisce Emilio -insisteva- sono sicuro che ne sarebbe
contento, non lo sentite anche voi?
Almeno venite a vederli"! Provate a immaginare noi due (tre) davanti a una cucciolata di ben
nove piccoli Golden.
Con un batuffolino che si stacca dal gruppo e cerca di arrampicarsi in braccio a papi.
Strenuamente abbiamo cercato di resistere … finché, cambiando argomento, abbiamo chiesto:
"Quando sono nati"? Il 28 Maggio.
Il 28 Maggio?!? Non è possibile!
Geffry è nata il giorno del mio compleanno, che è Sant'Emilio. Brividi, commozione e tanti
sorrisi.
Sì, è vero, Emilio ci scrive ancora. Noi non siamo più così ansiosi di prendere la penna in mano, forse anche per stanchezza o pigrizia, perché gli anni che passano pesano su di noi un bel po'. Ma la ragione essenziale è un'altra. Quando la vita trascorre insieme, diminuisce l'esigenza di averne conferma continuamente. Emilio ci ha detto molto e non ha parlato invano. Pensiamo che nelle sue tantissime lettere ci sia ancora molto da imparare, il desiderio di leggere una nuova letterina non deve sovrapporsi a quello di capire meglio il significato profondo del dono che ci è stato fatto. Con la mia mano tremante, quando ancora brancolavo nel buio della caverna, Emilio scriveva: "Non mi pensare mai senza un amore vivo".
Una fede viva illumina il nostro amore. Sono diventata una mamma serena, che sa suo figlio vivo e felice, mai distratto o lontano, mai insofferente delle noiose urgenze delle nostre giornate terrene. Non so se arriverà la letterina di Natale, so che lo trascorreremo insieme con amore vivo. Ma se arriverà, cari amici di Emilio, la condivideremo.
Caro papi, mi sembra di essere quel barbiere cercato e voluto da tutti. Ma non sarebbe più logico che tutti chiedessero di un barbiere molto più professionale di me? Che si rivolgessero a quel Barbiere di qualità che sa esattamente quanti capelli ha in testa ogni uomo? Chi meglio di lui ti può servire di barba e capelli? Servire. Proprio così. Quel Figaro così onnisciente sta nella sua bottega ad aspettare il prossimo cliente, per servirlo, per renderlo più ordinato, più presentabile, più attraente. E c'è di più. Lo fa con amore gratuito. Vabbè, vallo a capire l'uomo. E siccome tutti vi chiedono che fine abbia fatto -tra parentesi io non ho fatto nessuna fine, ma un bellissimo inizio senza fine- perché non ricevete, e di conseguenza essi non ricevono più mie letterine, se il mio scriba fedele dà la sua preziosa disponibilità eccomi a voi con la tradizionale letterina di Natale.
La tradizione vuole che a Natale si festeggi la nascita di Gesù, del Redentore, secondo copione. Questo povero Gesù, che una volta per tutte ha sconfitto la morte guadagnandoSi duramente la Vita Eterna, è quasi costretto a rinascere ogni anno per allietare con la Sua presenza i cuori e ahimé le tavolate dell'umanità credente. E' vero che Gesù, così come ce Lo raccontano gli evangelisti, non ha mai disdegnato la vita conviviale, condividendo con gli amici il piacere di stare insieme nella gioia delle festività, in privato, in pubblico durante la vita e prima di risorgere.
Ma è pure vero che sarebbe più logico che l'umanità non lasciasse trascorrere un anno per rivisitare la memoria della Sua venuta in terra, perché Gesù non è nato per finire tumulato in un sepolcro, ma per occupare un posto fisso nel cuore degli uomini. Non ha usato tutta la Sua potenza divina per rimuovere l'enorme pietra che ostruiva la Sua tomba, ma per illuminare d'Amore gli anditi più bui e più reconditi delle anime avvolte dalle tenebre della mancanza di Dio.
Solo un Dio follemente innamorato dell'umanità da Lui creata poteva pianificare un recupero
così generoso delle Sue creature, riappropriandosi di un angolo del loro
cuore dove condividere con l'uomo la gioia di vita eterna, dove partecipare al tavolo
dell'amicizia, al banchetto del cibo che alimenta e sostiene lo spirito eterno,
dove riconoscerSi ospite fisso e desiderato.
Non si tratta dunque di festeggiare un compleanno,
una ricorrenza, un evento eccezionale. La nascita di Gesù dovrebbe essere festeggiata
ogni giorno che nasce il sole, ogni giorno che vive la terra, ogni palpito
che dà la vita, ogni battito di cuore che pulsa, perché luce ed energie che regolano i
flussi vitali altro non sono che il riverbero della luce di Dio.
Una volta passato il Natale, non sparecchiate le tavole imbandite per il passaggio annuale del Cristo. Rimuovete gli avanzi, cambiate tovaglia e tovaglioli, piatti, posate e bicchieri e addobbi floreali, perché Gesù viene a trovarvi ogni giorno per godere della vostra ospitalità. E dopo pranzo ama trovare quiete e ristoro in quel comodo angolo di cuore che ognuno di voi dovrebbe riservarGli, per quanto ha fatto per liberarci dalla morte. Quell'angolo non deve essere disponibile un giorno all'anno per tutti gli anni della vita, ma tutti i giorni dell'anno per tutti gli anni della vita.
Ogni giorno vanno aperte porte e finestre, va ricambiata l'aria, va rigenerato l'ambiente, va fatta entrare la Luce. La Luce del Signore, l'unica luce che non esige pagamento di canone, sempre che amare Dio non rappresenti una spesa. AmiamoLo dunque gratuitamente ed in ogni istante, così come Egli ama noi.
In cambio dell'ospitalità giornaliera che Gli concederemo, e del pur piccolo spazio di cuore
che Gli riserveremo, ci ha promesso non un angolo di paradiso ma il Paradiso intero.
E Dio
mantiene sempre le promesse. E anche io, purché il vecchio scriba fedele abbia mano calda e
penna scorrevole. Buon Natale sia dunque.
Vi voglio bene. Per sempre
Emilio
Caro papone, cara mamma sono qui a confermare il detto che chi non muore si rivede! E, dal momento
che io sono tanto vivo che più di così non si può, eccomi a tranquillizzarvi
circa la mia consistente presenza accanto a voi e la
mia indefessa partecipazione alle vostre umane vicende. In
verità ultimamente vi sento un poco spenti e disamorati, come se lo scorrere sempre
più veloce del tempo allungasse ancora di più lo spazio che noiosamente vi divide
dalla meta. Sappiate che non è così, perché, come ho già avuto occasione
di raccontarvi, la distanza tra l'aldiquà e l'aldilà è solo
apparente, anche se sembra enorme ed è comunque faticosa da percorrere.
Se
c'è entusiasmo e soprattutto se c'è armonia, il tempo e lo spazio diventano
inconsistenti come tutto ciò che si frappone fra gli esseri che si amano intensamente. Dunque
per vincere la noia bisogna ritrovare l'armonia con le cose della vita,
l'entusiasmo giovanile e la curiosità infantile di chi non ha esaurito il tempo della
conoscenza; bisogna riappropriarsi del linguaggio della natura che mai cessa di parlare ai
cuori e di suggestionare le menti per rinnovare sinergie dimenticate
ed energie disperse in autocommiserazioni o in atteggiamenti disincantati e disinteressanti, o
peggio in pregiudizi disamoranti.
Bisogna, come un tempo, lanciare lo sguardo oltre la
visione asettica delle cose, per riscoprire ciò che solo il cuore pieno d'amore
è in grado di vedere. Allora, solo allora e solo così, la noia si
scioglierà, si stempererà nel tepore di un'attesa fervida di
speranza, di promesse, di certezze, e il confine diventerà una delle tante
convenzioni con le quali l'umanità è costretta a confrontarsi, da quando si
è illusa di poter procedere senza l'aiuto della Grazia di Dio e fuori
dall'Armonia che regola le cose da Lui create.
Non inaridite i cuori, ritrovate e rinverdite la gioia d'amare.
Io sono con voi perché
il mio amore per voi è eternamente giovane.
Emilio
Caro papi, su questo marmo ti sei esercitato una prima volta come scriba fedele, ed ora vi torni a scrivere dopo tanto del tuo tempo, ma nell’eternità del mio, che è passato, presente e futuro al tempo stesso. Consegnerai questa letterina alla mia mamma banana, che se ne muore di ricevere mie notizie su come sto, cosa faccio, se vi penso, che tempo fa qui dalle nostre parti ecc. ecc. ecc. Rassicurala che non vi è un istante della mia vita eterna che io non la pensi, vi penso con tutta l’intensità del mio amore, che, proprio perché è eterno, non ha bisogno di scadenzari da rispettare.
E’ per intercessione di Maria Misericordiosa che la penna ha ripreso la traccia, mai interrotta né mai abbandonata, lungo la quale si è riversato e si riversa l’inesauribile amore della comunione dei santi, che vegliano sulle anime vostre e dell’umanità, per la quale vi siete fatti e siete stati fatti strumento della Sua Misericordia. E’ dunque la nostra Signora Celeste che guida questa penna, per tranquillizzare la mia mamma terrena, che nessuno di noi la trascura, o la dimentica, o si disinteressa delle sue vicende terrene. Piuttosto trepidiamo tutti per lei, perché è lei che si trascura e mostra disinteresse per la vita terrena, che le è stata affidata e di cui deve avere rispetto.
Figlia mia diletta, lo sai con quanto Amore materno ricopro di premurose
attenzioni il nostro amato figlio, il tuo, il nostro Emilio. Fa' che l'ansia, il desiderio di
riaverlo tra le braccia non consumi prematuramente le tue energie, perché la fede, per
quanto convinta e perseverante, deve essere sostenuta dall'energia vitale che il Signore ti ha
infuso con la Grazia. Non ti lasciare andare, non contare solo nell'assiduità di
comunicazioni epistolari per riprendere fiato e fiducia. Il tuo caro e ineguagliabile
Emilio ha già detto a voi e a tutti i vostri e nostri lettori, sempre avidi
di notizie e aggiornamenti, tutto quanto è concesso agli esseri umani di sapere
della vita oltre la morte. Se continuasse a ripetervi sempre le stesse cose
diventerebbe monotono e poco interessante e questo, cara mamma di Emilio, non è nelle sue
corde. Mentre invece, ti posso assicurare, egli occupa un posto tutto nostro con te nel
mio cuore, e questo ti deve essere di conforto, motivo di felicità e di
gioia di vivere.
Ti benedico, figlia e sorella cara. Ricorda: ogni volta
che il tuo pensiero sarà rivolto a me o invocherai il mio nome, Emilio sarà con te
come figlio mai perduto e come angelo ispiratore. Sappi che sino a quando non lo raggiungerai io
veglierò su di te e su lui,
e anche lui farà la sua parte. Mi raccomando però di non deludermi.
Maria
Ciao mamma, ciao papà. Cosa volete che vi dica di più? Sono molto orgoglioso di voi. Alla prossima. Con amore eternamente immutabile che più di così non si può. Viva Maria Bacioni. Emilio
Ciao papi,vediamo un po' che succede con questa penna speciale. Farà meglio sopportare i
disagi della calura? Mitigherà i bollenti ardori? O raffredderà le polemiche,
smusserà gli angoli, rasserenerà gli animi, solleverà gli sfiduciati,
sosterrà gli insicuri, conforterà i bisognosi? Affermerà certezze,
fugherà dubbi, cancellerà sospetti?
Sarei soddisfatto se, aldilà di tutto
questo, aiutasse l'uomo a riscoprire, mi verrebbe da dire scoprire, il significato e il
valore della parola Amare. Che fine ha fatto questo sentimento, questa esigenza, questa
pulsione che ha ispirato e guidato, essendone esso stesso la Fonte Primordiale, l'Opera
creatrice di Dio?
E' possibile che l'inesauribile energia che tutto
regge, e regola l'universo intero, vada invece rapidamente
esaurendosi nel breve volgersi di un infinitesimo attimo di quella che è la
storia eterna di Colui che ha creato la vita?
Che cosa sta succedendo?
E' cambiato l'uomo o sta cambiando Dio? O sta
cambiando l'Universo che accoglie quel piccolo frammento di energia che è la vita dell'uomo?
Proviamo a darci una risposta, partendo dall'ultima domanda.
E' probabile, sulla base delle umane conoscenze, che l'universo si stia modificando. Ma
nessuna forma dell'attuale intelligenza umana è in grado di prevedere che cosa
succederà, aldilà di ogni scientifica supposizione, inclusa quella di una
sua irreversibile distruzione. E' sufficiente l'ipotesi apocalittica a decretare
destinata a svanire l'illusione dell'esistenza, non già della promessa di un universo animato
e vivificato dall'energia inesauribile di uno spirito eterno? Che dovrebbe essere alternativa alla
fragilità e alla temporaneità dell'energia intrinseca alla materia, solo a scopo
consolatorio?
La risposta è un bel NO.
A che scopo il Padreterno
avrebbe messo su questo ambaradan? Per distruggerlo, per lo stesso capriccio che glielo ha fatto
creare? Come un bambino che fa a pezzi un giocattolo, con la differenza che il
giocattolo-universo non è creato e prodotto dal bambino capriccioso, e
non è un prodotto di serie.
Vediamo di rispondere alla seconda ipotesi: Dio sta cambiando.
Questa evoluzione caratteriale e funzionale di Dio è possibile solo nell'ambito di
una interpretazione antropologica della volontà di un Dio dapprima esigente e
intransigente alleato dell'uomo, e poi suo complice amoroso,
pietoso e misericordioso. Ma, se le cose stessero veramente così, che senso avrebbe
il Sacrificio di Gesù, nato dal Padre prima dell'origine del mondo misurato
dallo spazio e dal tempo, e mandato al macello per sconfiggere la morte? Sarebbe stato
sufficiente dire agli uomini: "Miei cari, da questo momento ho deciso di essere
con voi buono e misericordioso, di non perdere la pazienza, di non punirvi per le
marachelle e di farvele passare tutte lisce, perché Io vi voglio bene e vi prometto di
portarvi con me in cielo in cambio di tutte le tribolazioni terrene, alle quali vi siete condannati
con la disobbedienza a quel Signore esigente che ero all'inizio della nostra storia comune.
Scusatemi tanto, mi ero sbagliato. Amici più di prima, volemose bene e così
sia".
Allora chi avrebbe inventato la storia di Gesù con il Suo messaggio di
Amore Assoluto, gratuito, inebriante, sovrumano e tutto consegnato ad una
umanità ignorante, sorda e tetragona di fronte alle sollecitazioni più intime e vere
dell'Amore di Dio?
In verità chi è cambiato realmente e sostanzialmente dall'atto della sua creazione è l'uomo, la creatura che il Signore plasmò a Sua immagine e somiglianza dotandola di intelligenza cosciente. Ma questa, lungi dall'arricchirlo di valori spirituali e dallo svelargli la forza ineguagliabile e l'energia inossidabile dell'Amore, ha reso l'uomo, dopo Satana, il primo nemico di Dio-Verità: l'uomo vittima della presunzione, usata come scudo e strumento contro la Verità ineludibile dell'armonia naturale. Mentre proprio nella natura l'uomo dovrebbe impegnare ogni dote intellettuale per ritrovare la propria matrice divina, sempre più sbiadita ma mai cancellata. Invece l'uomo percorre il creato che lo circonda facendosi guidare dalle allucinate e distorte interpretazioni che la sua sovrastimata intelligenza gli fornisce, per illudersi di poter diventare padrone assoluto di una natura da usare come strumento di potenza e di saggezza, che prima o poi gli otterranno l'eternità promessa e non garantita dal Dio dei suoi avi. E l'Amore? Quello all'infuori dell'amore autoreferenziale è un optional, che indebolisce e annulla la smania di potersi sostituire una volta per tutte all'unico Dio.
L'umanità dovrà tribolare molto prima che la sua intelligenza elabori il concetto, per
ora scomodo e inaccettabile, che la via dell'Amore è la sola in grado di
ricongiungere l'uomo alla fonte assoluta d'Energia che è Dio, e che solo Dio gli
riconsegnerà il segreto e la gioia della vera ed unica vita
eterna.
L'Eternità dell'Armonia indistruttibile dell'Amore di Dio profuso
nell'universo e nell'uomo, figlio Suo nella materia e nello spirito, e nell'ineludibile destino.
Questa penna, caro vecchio scriba fedele, mi è di molta soddisfazione. Facciamone dunque uso più frequente e testimoniale. class="paragrafo center ottanio"> Bacioni. Pippo vostro Emilio
Caro papi, preso atto che la fine del mondo non si è avverata, vediamo un po' se il vecchio sempre più pigro scriba fedele, tra parentesi un punto interrogativo, è disponibile per quattro chiacchiere di fine anno, poiché questo è veramente destinato a finire a breve.
Caro vecchio scriba, da che mondo è mondo la fine del mondo è sempre in agguato. Profeti di sventura, scienziati, imbroglioni, maghi e venditori di fumo gettano l'umanità nello sconforto globale di una fine collettiva imminente. Tra questi i più attivi sono i cosiddetti uomini di scienza. Che, forti della loro esperienza sensoriale e inossidabili nei pregiudizi che ne derivano, oggi dicono bianco, domani nero, caldo, freddo, secco, bagnato, come probabili, anzi certissime cause di ineluttabili catastrofi. Sembra che non possano fare a meno di prospettare la cancellazione di tutta l'umanità, finalmente accomunata, affratellata, omologata in un unico destino finale che non fa sconti, che non guarda in faccia a nessuno. Un destino imparziale, democratico, direste voi.
Tutto ciò avviene regolarmente ed ineluttabilmente da quando la vita ha fatto la sua comparsa
nell'universo e sulla terra, cioè da quando ogni mondo vivente ed ogni essere vivente,
essendo nato, porta dentro di sé il destino già scritto della fine del suo
mondo, che si chiama morte.
Allora, se le cose stanno realmente
così, che senso ha finire il proprio ciclo vitale in modo violento, confortandosi del fatto
che ci si tenga in quel momento tutti per mano? Si muore meglio se si è accomunati in
un unico destino? Ma l'uomo non lo è già singolarmente? Stramberie
dell'umanità. Misteri della mente.
Eppure ogni uomo muore solo, in fisicamente disperata solitudine. Ma se nel cuore ha sempre riservato un angolo al suo Signore, allora il suo spirito è festeggiato dalla più allegra e caciarona compagnia che si possa immaginare, che lo accompagna spensieratamente fino all'abbraccio caloroso del Padre. Altro che solitudine – punto esclamativo, anche se a mammabanana non piacciono gli esclamativi. Allora, che senso hanno i falsi profeti? Sono il frutto della presunzione dell'umana onnipotenza.
I profeti, quelli veri, parlano solo in nome di Dio, da Lui direttamente ispirati, o guidati da messaggeri divini e comunque illuminati dalla Sua Parola, che è unica, diretta, inconfutabile, immodificabile, priva di ambiguità, sottintesi, doppi sensi di mistero. Tutto quanto è stato profetizzato è regolarmente avvenuto e ineluttabilmente avverrà. Poco importa se sarà preceduto o accompagnato da straordinari eventi naturali. Sottolineo naturali. Quello che conta è che, così come ogni creatura umana deve essere pronta e preparata a rinascere singolarmente dopo la morte, così l'umanità tutta non si deve lasciar cogliere impreparata all'incontro con il suo Creatore, quando Questi avrà deciso di attuare e di esprimere il Suo Definitivo Giudizio. Siate dunque sempre pronti, miei cari, e cercate di affrontare serenamente le difficoltà che lo spazio residuo della vostra esistenza frapporrà tra voi e il Padre celeste.
Con la forza ed il coraggio dell'amore che serbate nel cuore, la fine dei vostri mondi sarà inaspettatamente dolce e liberatoria.
E così sia. Vi voglio bene. Emilio
Caro vecchio scriba fedele, sono veramente felice di vederti all'opera come se stessi ringiovanendo.Veramente, non dovrei in verità fare uso di questo avverbio, se non per rafforzare il senso della felicità che provo, ogni volta che ti presti a fare da tramite tra cielo e terra. Infatti è evidente che tutto ciò che parte da qui è emanazione della Verità, percorre la via della Verità ed è Vita nella verità e per la verità.
Nulla lascia il cielo senza il consenso del Signore. Noi Ne possiamo sollecitare la misericordiosa
benevola approvazione, ma non spettano a noi simili iniziative perché, se è vero che
viviamo nello splendore puro e incontaminato della Verità e ne veniamo
contaminati e pervasi, è altrettanto vero che solo il Signore è la fonte inesauribile
della verità e noi possiamo esserNe al massimo i fedeli messaggeri. E non è poco.
Così come è un grande dono quello che il Padre consegna ai figli terreni per nostro
tramite.
Cos'è dunque questa verità che vi portiamo e che io ti affido in questa
letterina? E' che Dio Verità è promessa di Vita Eterna e che
coloro che vivono questa vita e si affidano a questa promessa sono
già eternamente viventi, perché la morte, per quanto misteriosa, non
potrà mai inficiare o scalfire la Verità divina, specialmente da quando Dio ha
umanizzato la Propria vera essenza nelle sembianze terrene del Figlio Suo Gesù,
destinandoLo a farsi testimone di Verità anche nei confronti della morte, e sorgente
ispiratrice di quell'Amore Misericordioso, unico vero amore da coltivare nei cuori e da elargire
agli altri, così come Egli ha fatto e da allora Egli fa con noi.
Lo so, caro papi, cosa
ti passa per la testa. Belle parole. Ma l'Amore di Dio è incommensurabile. Altrettanto lo
è quello di Gesù, che per volere misericordioso si è fatto dolorosamente
sacrificale. Come potremmo mai noi omuncoli illuderci di
contraccambiare la generosità dell'Amore di Dio e del Figlio di Dio con la
meschinità e la pochezza e la fragilità dell'amore che ci è
congeniale, e come essere così presuntuosi da poterne elargire ad altri la
stessa intensità ed energia a cui accennò Gesù nel Suo unico
comandamento?
Caro papi, lascia questi problemi a Chi se ne intende più
di te, a Chi sa come infondere il Suo Amore nel tuo cuore. Tu devi solo aprire la
porticina per condividerLo. Se non lo avrai contaminato e se lo distribuirai con generosità,
sta sicuro che non avrai perso la vitalità e la purezza dell'Amore Primordiale.
Sarà Amore DOC e quindi vettore prelibato, bevanda corposa
capace di dare un pizzico di ebrezza, ma allo stesso tempo tanta
serenità e spontaneità. Proprio come un buon vino. E
tu sai che in vino Veritas, specie quando il vino simboleggia il
Sangue di Cristo.
Cara mammabanana, in questa Epifania, manifestazione di
Verità, facciamoci guidare dalla Stella Luminosa lungo la via della fede, in
fondo alla quale troverete quella Vita che io già mi godo per l'eternità. Voglio
dedicare questa mia gioia con te,
con papi mio a tutti coloro ai quali trasmetterai questo messaggio di Verità.
Con tutto
il cuore vi voglio bene.
Ciao a tutti. Emilio
Vorrei ricordare a tutti voi, cari amici di Emilio, una preghiera che questa letterina ha richiamato al mio cuore. I lettori del Diario di un angelo la conoscono, ma desidero farne dono anche a chi segue Emilio sul suo sito internet. La reciteremo "tuttinsieme" in segno di gratitudine, con tutto il nostro amore.
Miei cari, come potete costatare, sono un poco arrugginito nella pratica della scrittura, causa pigrizia di papi e del suo vecchio compare e già scriba mio fedele, ma sono diventato nel frattempo fortisimo nella conoscenza e pratica di scritture ben più Sacre. Per intenderci, quelle che traducono e tentano di rappresentare nel finito l'Infinito Pensiero di Dio, e che raccontano gli innumerevoli patti stretti con l'umanità, l'ultimo dei quali si è concretizzato nel farSi uomo e nel sacrificarSi sulla croce nelle umane spoglie di Suo Figlio Gesù.
Il Cristo risorto ci annuncia, appena da oltre due 2 millenni e non solo nella Pasqua, che ogni giorno del tempo che scorre sulla terra è una pasqua di resurrezione. La luce del giorno muore nel buio della notte, ma le tenebre non tolgono la vita al giorno successivo, che già si annuncia con le sfere dell'orologio del tempo, marcando, nella successione della vita eterna dell'anima, il diritto luminoso a ricongiungersi al suo Creatore, e quello di godere della Sua misericordia nei momenti di buio del peccato. Sicché qualsiasi ladrone, buono perché pentito, è già con Gesù nel Regno dei cieli, come lo sono tutti i peccatori che invocano, nel sincero pentimento, la Misericordia del loro Padre celeste.
Purtroppo l'umanità, che osserviamo e serviamo nella nostra attività di buoni consiglieri, e di inesauribili propagandisti dell'Amore, sta diventando sempre meno sensibile alle sollecitazioni della comunione dei santi, che mette in guardia i figli di Dio da frequentazioni che prediligono personaggi tenebrosi, che non agiscono alla luce del sole, che nascondono dietro occhiali oscuri occhi che non sopportano il fulgore della luce, che emana l'Amore di Dio e quello delle creature che vivono nel Suo Amore. Dietro il nero di quelle lenti si nascondono l'inganno, la perfidia, l'invidia che spesso genera odio, il cinismo, la lussuria, la cupidigia, gli sguardi obliqui della falsità e del tradimento, la protervia. Mentre, come su uno schermo, vi appaiono successo, ricchezza, benessere, celebrità.
Sono le solite lenti del solito grande illusionista di buona memoria, che vi ho descritto in altre occasioni. Contro queste conduciamo una campagna senza esclusione di colpi, perché gli uomini, pur messi in guardia da noi, sempre più appaiono attratti dal tenebroso buio che si cela dietro queste allettanti e diaboliche promesse. E il banditore ripete senza tregua: Venghino signori e vedano le delizie che vi offro. Altro che croci da portare, altro che rinunce da abbozzare e offrire a Dio, altro che poveri da sfamare, altro che ignudi da vestire, altro che nemici da perdonare e amare, altro che ecc. ecc. ecc. Altro che vita dopo la morte e che morte eterna per chi pecca, chi non si pente, chi non invoca la Misericordia di Dio se ne trasgredisce i comandamenti. Così va il vostro mondo, miei cari. Va sempre più imbarbarendosi man mano che va allontanandosi dalla Parola del Signore, dalle nostre raccomandazioni, dall'amore per i propri simili e dalle Pasque di Resurrezione che Gesù gli offre ogni giorno creato da Dio.
Chi è con Gesù e chi si fida dei buoni consigli, che la comunione delle buone creature in cielo e in terra elargisce a piene mani per volontà divina, non abbia paura della morte. Si sforzi di tenersi lontano dalle suggestioni dell'ingannevole creatura dagli occhiali scuri e, se mai dovesse cadere in tentazione, non dimentichi che tra le nostre dotazioni ci sono i famosi occhiali della fede dalle lenti trasparenti e cristalline, che non nascondono mai gli sguardi supplichevoli di chi implora pietà, non attenuano la luminosità dello sguardo divino che guarisce da ogni peccato. Noi li forniamo gratuitamente a chi ne fa richiesta, senza obbligo di restituzione.
Buona Pasqua a tutti voi. Buona Pasqua a voi, mamma e papà, buona Pasqua a Geffrolona. Anche i cagnolini, che sono creature di Dio e che non devono scontare peccati, se non quello di obbedire alle stupide volontà dei loro padroni, hanno diritto alla vita eterna dopo la morte. Lo certificano Bichi, Greta, Ginger e Fred, oltre che il sottoscritto. Come vedi, vecchio scriba, la penna si è scaldata e corre veloce sul foglio. Potrei continuare per l'eternità, ma prima o dopo l'inchiostro si esaurirà come la tua vita e quella di mamma banana. Allora dovremo consolarci di continuare a voce, con la voce del nostro spirito.
A quando Dio vorrà. Bacioni dal vostro Emilio
Eccomi qua, miei cari, dopo tanto del vostro tempo residuo, zero punto zero del mio. Per
festeggiare? Per festeggiare che? Un attimoversario o un mesi o un
anniversario? State sempre lì, miei dolcissimi, a guardare l'orologio e i calendari per
controllare lo scorrere del tempo, nell'illusione di poterlo fermare festeggiando, e ricordando
qualche ricorrenza felice o dolorosa. Ma il tempo non festeggia nulla, passa via
inesorabilmente e vi permette solo di lasciarsi trascorrere, sino a quando affiderete all'ostetrica
sfigata cronometri, orologi, calendari ed agende, che servono solo a ricordarvi che
nell'aldilà non trovano posto. Neppure nel baule delle cose vecchie e inutili.
Cosa
volete dunque che festeggi con voi, se non la gioia di vedervi e sapervi insieme, un po' acciaccati
ma uniti anche nel mio ricordo. Godetevi dunque il tempo della vita residua nella serenità e
nell'amore e non pensate altro, perché la vita non concede tregue e ripensamenti. Certo,
vengo tra voi in festa, né potrei fare altrimenti perché la
vita eterna è una festa continua, è gioia eterna e c'è poco da
festeggiare, quando basta la gratitudine che dobbiamo al Signore per aver mantenuto la Parola data,
accogliendoci nelle braccia poderose del Suo Amore infinito.
Non esistono dunque ricorrenze
festose, dal momento che l'eternità non scorre né ricorre. E'
senza storia, quella che si intende sulla terra, quella che il grande illusionista ha
inventato perché l'uomo s'illuda di lasciarvi traccia. Come ognuno di voi, anch'io ho
la mia storia privata e terrena, ma qui, dall'eterna beatitudine, essa non
comincia dal giorno della mia nascita o del mio concepimento, ma dall'attimo in cui sono stato
introdotto alla partecipazione dell'Amore universale, al quale ho consegnato il
bagaglio della vita d'amore che ho conosciuto, e di cui ho goduto con voi nella nostra piccola ma
unitissima famiglia. Prima o poi, miei cari, toccherà anche a voi di provare
il Salto di Qualità.
Nessun amore terreno, per quanto puro e immenso, è paragonabile a quello del Padre nostro e a
quello di Maria Misericordiosa e del Suo diletto Figlio. Quando andrete a manifestare al
Signore nella Sua casa la vostra tenerezza per me, dedicateGli piuttosto tutta
la vostra riconoscente devozione per avermi accolto in cielo e per avervi concesso
questo immenso privilegio, che ci dà la prova palpabile che non esistono distanze
reali o irreali tra cielo e terra, a condizione che la fede nelle promesse del Signore
–quando soprattutto non chiede miracoli, ma viene vissuta con serenità
incondizionata e convinta- supera qualsiasi ostacolo razionale, qualsiasi
pregiudizio, qualsiasi indifferenza.
Papi si inebria di cocacola. L'unica bevanda ammessa a
festeggiare le vostre, o se preferite nostre, ricorrenze. Ma lo Spirito che festeggia è molto
più spumeggiante e inebriante di quello di una cocacola. Il Signore mi perdoni, se vi
assicuro che è vera droga d'Amore. E con questo vi saluto con amore inesauribile e festante,
veleggerò con voi nei vostri prossimi giorni per l'immancabile ricorrenza.
Bacioni e vento in poppa. Emilio
Ma come è venuto in mente a quella mammabanana di farti leggere quella palla dell’inferno, mentre io sono qui che aspetto e che non vedo l’ora di raccontarvi lo splendore gioioso e sempre vivo del paradiso? E’ vero, in questi ultimi tempi mamma sta diventando un po’ necrofila.(*1). E’ un po’ di tempo che non ci si sente, ma so benissimo dei vostri acciacchi, che vi consiglio di affrontare con coraggio e risolutezza. La materia diventa sempre più pesante e fastidiosa, immagino, una volta entrati negli "anta". Io personalmente non conosco questa esperienza, ma comunque il peso della materia lo si avverte anche da giovani, in particolare quando ci se ne distacca per cambiare vita.
Caro papi, vabbè che tu sei tutto preso dal gruppo dei lettori forti e arrabbiati(*2), ma un po’ di tempo potresti dedicarlo al tuo onorato mestiere di vecchio scriba fedele, che tanto ha contribuito a mantenere salda e forte la testa di ponte tra cielo e terra, tra me e voi, tra la comunione dei santi e le anime bisognose di soccorso, che sono state o si sono lasciate volontariamente coinvolgere nella nostra meravigliosa esperienza. Non ti sto rimproverando, così come non rimprovero la mia mamma per la sua ludo mania computeristica, specie se penso che sono stato proprio io a insegnarle le prime rudimentali nozioni e a guidarla successivamente da quassù. Oggi è diventata una esperta navigatrice, una capitana di lungo corso e io ne sono ovviamente orgoglioso. Mi piacerebbe tuttavia che entrambi riservaste un po’ del vostro tempo, che vedo scorrere sempre più veloce, da dedicare al nostro angolo, alla nostra rubrica della posta, perché c’è ancora tanto da raccontare, da dire, da fare per noi, per voi e per tutti quelli che, chiedendovi se Emilio scrive sempre, manifestano il bisogno di conforto e di prove concrete a sostegno delle proprie speranze.
Quel tanto di tempo necessario a riempire un paio di paginette e a rimettere le mani al poderoso e irrinunciabile progetto di diffondere la nostra voce oltre confine. Non voglio affliggervi, miei cari, con altre sollecitazioni. Vi esorto solo a riprendere le nostre belle abitudini.
Io corrispondente dal cielo e agiografo del Padre Celeste, di Maria Misericordiosa e del Loro divino figlio Gesù. Papi vecchio scriba fedele. Mammabanana direttore, caporedattore ecc. ecc. Insieme. Per la gioia del Cielo e per la condivisione della gioia con l’umanità. E così sia.
A prestisimo: contaci. E facciamoci vivi in tutti i sensi e in tutti i modi. Vi voglio, vi vogliamo bene e vegliamo sui vostri cuori e sulle vostre anime. Non dimenticatelo mai.
Ciao Emilio
* In riferimento al triller intitolato 'Inferno', che so leggendo in questi giorni. * e al gruppo di lettura del suo circolo che papi frequenta assiduamente.
Carissimi mamma e papà. Oggi come nei giorni precedenti assistiamo a un gran da fare intorno alle tombe, ai loculi e alle cappelle mortuarie, che accolgono non sempre decentemente le spoglie dei cosiddetti defunti. Per piacere vecchio scriba non ti distrarre da subito e lasciati ispirare da chi ti conduce per … penna.
Come vi dicevo, stiamo assistendo –ma non dalle fredde ed anguste dimore nelle quali giacciono le nostre più o meno gloriose membra, bensì dal comodo, spazioso, luminoso, gioioso balcone del cielo- e sorridiamo al pensiero corrente, peraltro talvolta espresso con rigorosa convinzione anche da rinomati esegeti, che i defunti sono posteggiati nei cimiteri in attesa dormiente del definitivo giudizio del Figlio di Dio.
Come se Dio non avesse già decretato per ognuno di noi il Suo estemporaneo giudizio. Inteso come parere fuori del tempo e fuori dalla fine. Il Signore, che di ciascuna delle Sue creature conosce tutti i segreti, e purtuttavia non sta lì a ricordarceli quando siamo alla soglia della nuova vita, ha già in mano il passaporto da timbrare. Nell'attimo in cui Gli rendiamo conto della paternità e della nostra cittadinanza, se riconosciamo Lui come nostro Padre Misericordioso e il Cielo come cittadella del perdono, abbiamo già noi stessi decretato il nostro destino nell'eternità della Luce, dell'amore e della Vita. In quello stesso attimo Dio diventa, o meglio Si fa notaio del nostro testamento, che riconsegna ed affida a Lui la Grazia che Egli stesso ci conferisce nel Battesimo.
Ognuno di noi, cioè tutti gli Spiriti del cielo che si affacciano gioiosi ad osservare la mesta operosità di quanti festeggiano o dovrebbero festeggiare la ricorrenza terrena dei defunti, ha già ricevuto il Giudizio privato da parte del Padre Prodigo e vive la realtà eterna di figlio di Dio. Altra realtà rappresenta invece quel Giudizio Universale, che riguarda la vita del Mirabile Universo, nato dal Progetto di Dio e attuatosi per Sua volontà, nel momento in cui ne decreterà la fine.
O sarà piuttosto la superbia dell'uomo a guidare la mano di Dio contro la Sua
volontà? Non è dato saperlo. Ma l'uomo sa già la storia di
Adamo e di Eva, figli prediletti del Signore che furono cacciati via dal paradiso
terrestre al quale Dio li aveva destinati, dopo che violarono il divieto divino di
cibarsi dei frutti della conoscenza. Del male, ovviamente.
Ed è inoltre ben edotto
dell'ulteriore punizione che gliene derivò. Che l'umanità intera sia ancora sotto
esame? A questa domanda per il momento c'è una sola risposta. Uomo avvisato, mezzo
salvato. In attesa di ulteriori indizi, godiamoci in cielo e in terra la gioia di
quanti ricevono in questo momento terreno il definitivo perdono di Dio, e con esso il diritto di
diventare cittadini esemplari della Gerusalemme Celeste.
E così sia. Bacioni gioiosi e festosi dal vostro figlio per sempre. Emilio
Caro papi, mi fai tanta tenerezza per l’impegno che metti nel portare a termine la nostra
ultima casa*. Per quanto bella essa potrà essere, accoglierà solo le spoglie mortali
della nostra famigliola, perché la vera, comoda, accogliente, ultima, definitiva dimora
è quella che il Padre celeste riserva agli spiriti mondati dal peccato per opera della Sua
Misericordia.
Io già vi sono stato accolto. In Casa Misericordia, attendo, con cuore
colmo di eterna felicità e di incrollabile consapevolezza. La nostra piccola famiglia,
il nostro indivisibile nucleo d’Amore è già proiettato nella memoria del
futuro, nel quale non sono previsti i confinati e minimi spazi di un’edicola, ma
l’immensità e l’eternità dell’Amore di Dio.
Hai da tempo avuto modo di saggiare un infinitesimo della Sua incommensurabile potenza, cari papi. Senza di essa né tu né mammabanana avreste mai potuto compiere il cammino di crescita e di conoscenza, lungo il quale vi ho condotto per mano, complice la nostra Madre di Misericordia alla Quale mi avevate voi stessi affidato, e alla Quale sta a cuore la vostra serenità, oltre che la vostra salvezza. Serenità che siamo sicuri abbiate ormai raggiunto, e che non ha bisogno di essere alimentata e sostenuta da fitti epistolari e da messaggi trasversali. Noi abbiamo da tempo i nostri personali e ben sperimentati canali di informazione ed aggiornamento, caro papi, e il nostro referente è un certo vecchio scriba di cui conosciamo molto bene l’indirizzo, e che possiamo disturbare quando più ci aggrada e risvegliare da qualsiasi letargo. Lo voglia o no. Se ciò non avviene non dipende dalla sua volontà o dalla sua disponibilità, ma dal fatto che si è compiuta quella preparazione necessaria ad essere pronti al passo successivo del Protocollo.
Ebbene, sappiate che anche qui esiste un protocollo, non così burocratico come quello terrestre. Più elastico, più misericordioso, ma che tuttavia non può svelare, prima che si giunga al Suo cospetto, quella Verità che è Dio e che Si conosce per mezzo delle Scritture. Abbiamo fatto insieme passi da gigante, abbiamo coperto un bel tratto di strada. E’ giunto per voi il tempo della sosta, della meditazione e della prova. Meditate dunque nell’intimità dell’anima e nella vastità della comunità delle anime, nella preghiera personale e in quella comunitaria. Date con esse calore e vigore ai vostri cuori. Impedite che il vuoto del silenzio incomunicabile o rancoroso li renda aridi. Lubrificateli con l’amore assordante e gratificante che gli esempi di Gesù, di Maria Misericordiosa, di santi e martiri e di tutta la comunità del cielo vi hanno testimoniato, nella storia delle vostre radici spirituali. Crescete da soli spontaneamente, nella convinzione che la fede si consolida confrontandosi con se stessi; e con la riserva mentale che la comunione dei Santi veglia su voi, non va mai in vacanza ed è sempre pronta ad intervenire in vostro soccorso.
Ma soprattutto non smarrite la gioia di sentirvi bambini, come quel bambino che vide la luce in una piccola capanna, tra lo stupore dei semplici e con l’ammirazione dei saggi. Lo spazio era piccolo come la nostra edicola, caro papi, ma da quel piccolo spazio iniziò il cammino faticoso dell’umanità, verso l’incontenibile eternità. Buona Nascita e Buon anno nuovo di avvicinamento.
Auguri e bacini. Emilio
* Stiamo completando la cappella della nostra famiglia.
Caro papi, ci ho un'incontenibile scrivarella al momento, e allora diamoci sotto. Giù da voi la giornata è splendida e luminosa, il sole è caldo, il verde degli alberi è discreto, ma incontenibile, il silenzio è interrotto solo dal cinguettio degli uccelli e dal lontano abbaiare di un cane. Mi sento poetico. E ti invito a profittare degli eventi suggestivi della natura e a tuffartici dentro, per prendere un bagno ristoratore e per rinnovare il battesimo dell'anima, e per ritrovare in questo paradiso che ti circonda il segno indelebile, il marchio di fabbrica, del generoso Creatore di tutte le cose.
Ieri sera cercavi la luna, non la trovavi perché a spasso in altri quadranti, nel rispetto delle leggi fissate da Dio, quando Si determinò a mettere ordine nel caos primordiale. Ma, nel tuo angusto spazio di cielo brillavano luminosissime miliardi di stelle, a rischiarare il tuo cammino con la fedelissima Geffry.
Oggi la luce prepotente la fa la padrona, fino a quando non calerà la notte. Ma la luce dell'Amore di Dio non ti abbandonerà mai. Se il tuo cuore si affiderà agli occhiali della fede, che non risentono dei ritmi nictemerali, saprà vedere anche nel buio pesto che esiste solo nella rinuncia alla generosità del divino Erogatore, il Quale non emette bollette, non ne sollecita pagamenti e neppure procede a tagli definitivi d'energia, se ti dichiari fedele fruitore.
La luce di Dio è accesa giorno e notte sui destini dell'umanità: solo
chi la rifiuta sceglie la propria cecità. Dio non è parsimonioso e non bada a spese,
essendo Energia assoluta e inesauribile. Sta agli uomini non essere avari e farsene illuminare e
guidare, lasciando sempre accese le lampadine della fede e, qualora dovessero fulminarsi,
sostituendole prontamente con altre, magari più potenti e confortevoli. Meglio una
fede energica e illuminata che una fede miope e crepuscolare, anche se va bene lo
stesso. Non dimenticate che anche i ciechi possono riguadagnare la vista, gli
storpi tornare a camminare disinvoltamente, e i lebbrosi possono guarire, se hanno fede
nella forza redentrice di Dio fatto uomo.
Di
più: ognuno può diventare creatura
portatrice della croce di Cristo e lingua della Sua sacrosanta Parola, anche il Suo più
feroce persecutore, se il Signore gli scarica addosso qualche milione di volt della Sua Energia
guaritrice.
Perciò, cari mamma e papà, accontentatevi di queste scossette epistolari, che vi indirizzo così di rado perché il Signore vi ha già elargito tanta della Sua Luce, che non diventerà mai buio il percorso che vi resta da compiere per goderNe persempre.
Con questo finale luminoso vi assicuro che anche la fiamma di luce che vi porta il mio amore non si spegnerà mai. Neppure se si esaurisse tutto l'inchiostro del mondo.
Bacioni dal vostro Emilio accesa.
Caro papi, non dobbiamo avere fretta. Porta pazienza, a dopo.
Eccomi qua, caro vecchio scriba, con penna pura ed etere etereo e trasparente. L'impalpabile confine
tra aldilà e aldiquà è percorso da uno stuolo di angelici variopinti, Colleghi
impegnati in compiti diversi ma essenziali e comunque graditi a Dio. C'è
un'indicibile atmosfera di gioia incontenibile in Cielo, per i festeggiamenti
che la terra, e parte dell'umanità, dedica al Cristo Risorto,
al Figlio di Dio vincitore sulla morte, signora delle tenebre. E noi Angeli,
annunciatori della vita e tedofori della Luce, in queste umane ricorrenze
liturgiche, siamo particolarmente risplendenti della luce di
Dio.
Gli uomini, si sa, hanno la memoria corta, breve come il tempo della loro vita. Le
ricorrenze festive nella pace delle vacanze dovrebbero favorire le
meditazioni sul valore e sul profondo, elevato significato
della Passione e morte di Cristo e della Sua Resurrezione.
Questi
eventi sono quasi sempre rivissuti antropologicamente, come raccapriccianti
manifestazioni della crudele stupidità degli esseri umani, che in ogni latitudine fanno uso
di strumenti di morte per soggiogare i più deboli e i miti di cuore. Essi sintetizzano,
invece, la divina Misericordia incarnata nell'Agnello sacrificale, che con il
proprio Sangue benedice tutti i cuori che si aprono alla Santità del Bene, liberandoli dalle
scorie velenose del serpente tentatore. Questa scelta esistenziale si rivela sempre
vincente e appagante, perché
garantisce il premio della Vita vera e spalanca le porte, anzi, le braccia
all'Amore paterno del Signore della vita eterna.
La Pasqua è vita e gli Angeli sono i messaggeri di questa Verità.
La Pasqua è Amore e gli Angeli ne sono i testimoni più affidabili.
La Pasqua è Misericordia e gli Angeli ne sono gli instancabili portalettere.
La Pasqua è Pace e gli Angeli ne sono i più convinti e convincenti
sostenitori. La Pasqua è energia lucente e possente, che scopre tombe e apre
sepolcri, la Pasqua è Redenzione inesauribile e totale.
Nella ricorrenza pasquale ogni credente si adoperi nel cercare i segni della presenza
dell'Angelo della Vita, al quale è stato affidato agli albori
della sua vita. Troverà con lui la Via della verità, lungo la quale
porterà una croce più leggera e si arricchirà dei doni della benevolenza
divina.
Durante il cammino l'Angelo gli confermerà la grandezza,
la dolcezza dell'Amore Materno di Maria Misericordiosa, e di quello fraterno
e misericordioso del Figlio Risorto. Per te, caro papi, e per la
mia dolce mamma ci sono io,
il vostro angelo con delega speciale di postelegrafonico. Non ve ne approfittate,
però, miei cari raccomandati.
Vi voglio bene e so che anche il bene che mi volete è grande e immutabile. Alla via! Così si faccia rotta per il Cielo nella Pasqua di Resurrezione. Un abbraccio forte Emilio
Caro papi, ti va di fare quattro chiacchiere, come quando questa penna non pesava? Lo senti come scorre leggera? Come scorre veloce? E’ quello che ci vuole per fare una bella rimpatriata.
Ti ricordi quando cantavamo, a casa, ma specialmente in viaggio, la canzone di Serafino e tu ne storpiavi le parole e io mi arrabbiavo e strillavo? perché ero piccolo ma lo sapevo che lo facevi per provocarmi, e io stavo al gioco e giocavo a essere l’adulto che corregge il bambino. Te lo ricordi? Ebbene, ora che sono cresciuto non d’età ma in saggezza e sono ormai un pezzo avanti nell’arricchirmi di divina irraggiungibile sapienza, viene di pensare che gli uomini del tuo tempo, così come quelli prima di noi e come noi, nei confronti della Parola del Signore -e delle canzonette che intoniamo in cielo, da Essa ispirate- si comportano allo stesso tuo modo. Siano essi credenti, non credenti, atei o agnostici, esegeti ecc. tutti deviando dalla forma, dal fedele significato, per tradirNe in effetti la sostanza allontanandoseNe.
La Parola di Dio è parola di fede, di quella Fede che Egli ripone nei figli Suoi nonostante le birichinate –eufemisticamente parlando- che compiono in ogni istante della vita terrena, l’un contro l’altro e anche in disprezzo, irriconoscenza e insofferenza verso l’Amore e la Misericordia che Lo ispirano.
Molti lo fanno in maniera provocatoria, come per dire al Signore: dove sei? Ti accorgi dei miei problemi , che sono così gravi da far traballare la mia fedeltà? E, se ci sei e te ne sei accorto, perché non intervieni a darmi una mano? Altri invece, quelli che ci credono, stonano e travisano musica e parola, perché fanno conto sulla vocazione del Padre a perdonare i figli. Altri ancora perché pensano di fargli un dispetto, e tuttavia si aspettano da Lui una prova tangibile della Sua attenzione.
Che pasticcioni questi uomini, capaci di fraintendere, travisare, mistificare la Parola di Dio, Che è una nella sua trinità, una nel suo significato di Verità di Vita e di viatico per l’eterna gioia. E così sia
Ciao papi, cantiamo insieme con mamma e con la Comunione dei Santi, in cielo e in terra ce ne sono tanti, la canzone dei Serafini , del Cherubini, degli Angeli, degli Arcangeli, dei Troni e delle Dominazioni, tutti all’unisono e in un canto celeste che inneggia alla fedeltà a Dio e Lo rende felice e orgoglioso dei figli Suoi in cielo e in terra.
Bacioni.
Emilio
vostro per sempre. (Chiedo): C’è un AUB? (Ad Usum Bananae).
Se c’è un AUB? C’è, mamma cara, c’è sempre per te , purché tu rimanga a cantare con noi. Non
fuori dal coro, mia cara mammabanana.
Tutti insieme appassionatamente. Ciao Emilio EEEEEHHHHH con
sorrisini e bacini.
Musica è per il mio spirito, e per lo Spirito che vivifica e unifica la comunità celeste, la commozione che avvertiamo, miei cari, nei vostri cuori in occasione dei festeggiamenti terreni dedicati a Maria Assunta in cielo. E' un'emozione che costituisce uno dei tanti indistruttibili ponti visibilmente sottesi tra cielo e terra, che Maria merita a pieno titolo sin dal tempo in cui, concepita senza peccato, era già consapevole del proprio destino e di quello del Suo divino figlio: di sconfiggere entrambi la morte, segnando di Luce rivelatrice il ritorno dell'umanità errante alla casa del Prodigo Padre. Non è pensabile infatti che, preavvertita dall'Angelo nunziante del Progetto divino, Lei non ne fosse a conoscenza dal primo all'ultimo istante di condiviso dolore. Lei che teneva nel cuore tutti gli eventi, che leggeva e notava come testimone della vita del Figlio, non è pensabile che non fosse sostenuta dalla Forza che anima il Padre e il Figlio, e non ne fosse contaminata. La divina Misericordia. Maria, dunque, Misericordiosa sin dall'istante in cui si dichiarò serva del Signore, quando accettò e svolse il Suo ruolo di madre.
Maria Misericordiosa quando perdonò l'umanità, che atrocemente e
crudelmente le strappò il figlio dalle braccia, che aveva dapprima protetto e poi offerto con
rassegnata pietà alla vita del dolore.
Maria Misericordiosa infine,
in ogni istante della Sua vita ormai infinita, come Madre
di tutta l'umanità che in Lei confida, come mediatrice tra Dio e gli uomini,
come soccorritrice degli oppressi e dei diseredati,
come consolatrice degli afflitti,
come
Speranza, dolcezza, forza di vita eterna, come
inesauribile esempio di lotta contro il male, contro il quale la misericordia non
è praticabile.
L'umanità confida in Maria Misericordiosa soprattutto come guida ineguagliabile, dal momento in cui, fattasi serva del Signore, era ormai consacrata alla definitiva distruzione del male, alla testa di quell'esercito di Dio, che non porta lutti, distruzione e dolore, ma vita, gioia edificante e amore incontaminato e indistruttibile.
Festeggiamo sempre in Cielo e terra, in sintonia totale con l'universo intero, la nostra materna e insostituibile dispensatrice d'Amore. E così sia.
PS. Io ne conosco un'altra, di mamma, che mi ricopre di altrettanto amore, per ora più maternamente terreno e viscerale. Ma sempre Amore è. Anche perché questa mamma, la mia mamma, non è virtuosa come la Madre Misericordiosa di noi tutti ma devo comunque riconoscerle il merito di saper perdonare. Con me lo ha fatto tantissime volte, ma questa è un'altra storia. Oppure è la storia di sempre? Chissà quante volte Maria avrà perdonato Gesù. Anche Lui era un ragazzino vivace e qualche marachella l'ha pure fatta. E ve ne sono prove a imperitura memoria.
Miei cari mamma e papà e Geffrolina pelosina, non fate caso allo stile televisivo di festeggiare i Natali, né alla maniera poco tradizionale di far rivivere la nascita del Figlio di Dio e del Salvatore dell'umanità, messa in scena di chi dovrebbe avere consacrata dimestichezza con l'evento. Ma sappiate che ciò che è caro a Dio e alla Sua incarnazione è lo stupore che il Natale, ogni Natale, suscita nei cuori degli uomini semplici, di tutti coloro che leggono nella Nascita del Santo Bambino il Dono dell'Amore del Padre Celeste e Ne riconoscono la potenza di Misericordia e di Redenzione. La Simbologia del Presepe, che purtroppo si ripete sulla terra con partecipazione ormai sempre più sciatta e disincantata, non è più vissuta nella ricchezza dei buoni sentimenti e nell'esplosione della commozione che ricolmò la povertà della fredda e scomoda capanna nella quale la Divina Misericordia prese le umane sembianze di un neonato in carne e ossa. Non fu il calore degli intirizziti genitori, né quello del bue e dell'asino a farGli superare lo shok della vita, ma l'afflato amoroso, la sinergia vivificatrice dei poveri, dei derelitti, dei semplici che avevano seguito la stella in un percorso di speranza, di giustizia e di recupero di dignità.
Ciò che circonda e che mette a disagio le vostre coscienze, caro papi e cara mamma, è la pochezza d'animo che sempre più l'uomo manifesta nel celebrare la festa più importante e miracolosa dell'umanità. Essa, infatti, è la nascita alla vita eterna ed è la morte dell'odiosa morte di quanti non seppero, non sanno e non sapranno riconoscere nella piccola creatura il Segno del Progetto divino che non sa abbandonare la Sua creatura prediletta al peccato, cioè al nonamore. L'amore non ha bisogno di palcoscenici sfarzosi, di personaggi rinomati, di costumi lussuosi, di squilli di trombe, né di atmosfere surreali. Tutte sovrastrutture che esprimono, nascondendolo, il vuoto di valori concreti, essenziali a riconoscere la volontà, il disegno e la mano di Dio nel tracciare il cammino dell'uomo per riguadagnare il diritto primigenio alla vita eterna nel paradiso celeste. Dove non c'è la tentazione mortale del serpente, la morte eterna dell'anima, rispettivamente annichiliti dal calcagno della Madre Misericordiosa e dal Sacrificio sulla croce del bambino che oggi nasce, riempiendo di gioia, di speranza, di fede e di Amore i nostri, i vostri cuori. Che già sono aperti ad accoglierLo, nutrirLo d'amore e condurLo con amore ai piedi di quella Croce che ci ha fatto e vi farà guadagnare la Vita eterna. Santifichiamo insieme questa festa della vita. Eleviamo al Signore inni di gioia e di riconoscenza per averci dato la vita, e di farsi in ogni istante garante per noi tutti di vita eterna.
Godetevi il vostro Santo Natale, miei cari, nella semplicità dei vostri cuori e nell'ardore del vostro amore. Sia esso inesauribile e immortale. Buon Natale con tutto l'amore che vi porto. Anche per mezzo di questa letterina.
Emilio Pippo vostro.
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